Autonomia regionale: è certo che non ci sarà il modo di approvarla

I giovani non trovano opportunità di lavoro, al Sud: quelli bravi che hanno voglia di fare, perchè invece quelli pigri neanche le cercano e puntano a vivere di sussidi

di Sergio Luciano, 3.8.2019 www. italiaoggi.it

Una vecchia e feroce battuta di Giulio Tremonti suona. pressapoco così: «È difficile convincere i capponi a votare a favore dell'anticipo del Natale». Si applica alla perfezione a queste stucchevoli polemiche sulla riforma dell'autonomia. E spiega (meglio di mille editoriali) l'ossimoro della democrazia: come sperare che una comunità si autodetermini a rinunciare a un privilegio o ad accettare uno svantaggio.

Questa battuta torna in mente seguendo le contorsioni politico-comunicative dei due partiti del contratto di governo sul tema dell'autonomia differenziata, reclamata dalle regioni del Nord dopo i referendum consultivi dell'anno scorso. Lasciare alla regioni economicamente già solide una maggior percentuali delle tasse che generano e oggi non utilizzano sarebbe sacrosanto, più ancora che logico. Ma significherebbe fatalmente e banalmente (poiché la matematica non è un'opinione) togliere queste risorse alle altre, che invece oggi, indirettamente, se ne avvalgono, perché quei soldi confluiscono nel Bilancio dello Stato dal quale i governi attingono per finanziare le Regioni inefficienti.

Ma poiché non solo i Cinquestelle bensì paradossalmente anche la Lega sono andati a prendere i voti necessari per stare al governo proprio in queste altre regioni, quelle del Sud, la riforma non passerà mai. Spiace, perchè sarebbe l'unica strada per scatenare quella concorrenza amministrativa tra le diverse aree del Paese che sola potrebbe stimolare quelle arretrate a darsi da fare. Ma così è: la riforma non passerà, prima cade l'equivoco meglio è. Meglio si fa per dire...

Già, si fa per dire perché l'inguaribile gap economico e sociale che c'è tra Nord e Sud da sempre negli ultimi vent'anni s'è accentuato, anziché stringersi, e i due milioni di giovani meridionali che se ne sono andati (chi all'estero, chi come minimo sopra la linea gotica) sono i testimonial di questa costante emigrazione economica che l'Unione europea ha reso possibile senza formalità.

I giovani non trovano opportunità di lavoro, al Sud: quelli bravi che hanno voglia di fare, perchè invece quelli pigri neanche le cercano e puntano a vivere di sussidi, il che (col reddito di cittadinanza) è diventato ancora più facile. Ma la domanda politica, pesantissima per la Lega di Salvini, è: quanto tempo l'elettorato leghista del Nord accetterà che il suo partito non mantenga le promesse elettorali in nome di una ragion politica che lo spinge a tenersi buono il Sud? I governatori strepitano ma poi si allineano, sono pur sempre due quadri del partito. Ma gli elettori non sono quadri, semmai sono rotondi e quando di scocciano rotolano via.

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