Carlo Nordio: l'arresto illegale è già scomparso. Sequestro di persona: un gran paradosso

Caso Diciotti, un bel pasticcio Salvini in teoria rischia moltissimo. In pratica, niente

di Alessandra Ricciardi, 18.9.2118 www.italiaoggi.it

Il ministro Salvini sull'inchiesta per la nave Diciotti rischia sulla carta una pena altissima, «in pratica nulla», spiega Carlo Nordio. Ex magistrato, procuratore aggiunto di Venezia, Nordio ha condotto le indagini sulle Brigate Rosse venete ed è stato uno dei protagonisti della stagione di Mani pulite con la celebre inchiesta sulle cooperative rosse. «È impensabile che il Senato dia l'autorizzazione a procedere» contro il ministro dell'Interno, «perché si tratta di una decisione, quella di Salvini, squisitamente politica».

Domanda. Dottor Nordio, che stagione stiamo vivendo nei rapporti tra magistratura e politica?

Risposta. Una situazione di conflitto potenziale. Non come quello aspro dell'era berlusconiana, ma più sottile, e per certi aspetti più pericoloso. Allora gli italiani si dividevano in due: quelli che credevano che Silvio Berlusconi facesse le leggi per eliminare i suoi processi, e quelli che dicevano che i magistrati facevano i processi per eliminare Berlusconi.

Erano più o meno alla pari, con in mezzo una forte massa di indifferenti. Oggi, come si vede dai sondaggi, più del 60% degli italiani sta con Matteo Salvini, e meno del 30% lo critica. È la magistratura a perdere consensi.

D. Il presidente della repubblica ha ricordato che nessuno è al di sopra della legge, neppure gli esponenti politici. Che ne pensa?

R. Ovvio: né loro, né i magistrati, né nessuno.

D. Salvini è sotto inchiesta per il caso della nave Diciotti e i suoi 140 migranti bloccati a bordo. Il fascicolo a carico del ministro dell'interno Salvini, e del suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, è stato inviato dalla procura di Agrigento a quella di Palermo. I reati sono sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d'ufficio e omissione d'atti d'ufficio.

Come valuta le ipotesi fatte e l'azione della Procura?

R. Questo caso ha subito destato in me molte perplessità tecniche. Intanto è stato contestato, ovvero è apparso sui giornali, il reato di arresto illegale. Incredibile, visto che non era stato arrestato nessuno.

E infatti la Procura di Palermo, nel trasmettere gli atti al tribunale dei Ministri, pare lo abbia a eliminato. Poi il reato di sequestro di persona, per una decisione di squisita discrezionalità politica che sarà criticabilissima da un punto di vista politico, e magari etico, ma non da quello penale. Il paradosso è che nemmeno il pubblico ministero di Agrigento doveva esserne molto convinto.

D. Perché?

R. Se lo fosse stato, una volta salito a bordo della nave e verificato lo stato di limitazione illegale della libertà avrebbe dovuto - non potuto, dovuto - liberare gli ostaggi e sequestrare la nave come corpo di reato: perché il codice impone alla Polizia giudiziaria, e al Pm che ne è il capo, di evitare che il reato venga portato a conseguenze ulteriori.

Ora siamo al paradosso che se il reato di sequestro di persona a carico di Salvini fosse confermato, lo stesso pm di Agrigento potrebbe esser indagato per omissione di atti di ufficio.

D. Che cosa rischia Salvini nell'inchiesta Diciotti?

R. In teoria una pena altissima, in pratica nulla. A parte che, come ho detto, il reato secondo me non c'è, è impensabile che il Senato dia l'autorizzazione a procedere, proprio perché si tratta di una decisione, quella di Salvini, squisitamente politica. Credo che anche Forza Italia e Fratelli d'Italia voterebbero contro. Avremmo un parlamento a maggioranza schiacciante contro la magistratura, e anche questo sarebbe un sintomo allarmante.

D. La posizione del Pd, e anche di una parte del Movimento5stelle, è che Salvini sul blocco della Diciotti in porto abbia fatto propaganda sulle spalle di poveri disperati.

R. Mah, i politici hanno criteri interpretativi tutti loro. Credo che Salvini abbia fatto quello che aveva promesso ai suoi elettori di fare.

D. Che cosa pensa del gradimento che la politica del leader della Lega sull'immigrazione sta avendo nel paese?

R. Salvini ha toccato un problema, quello dell'immigrazione, che è reale, più ancora di quanto si pensi. E lo è soprattutto tra i ceti più deboli, per le ragioni stranote che non stiamo qui a ripetere. La gestione degli ultimi anni, a parte Minniti, è stata disordinata e irrazionale. Abbiamo accolto tanto e male, e non abbiamo fatto valere adeguatamente in Europa le nostre ragioni. E se Moscovici e il Cambronne lussemburghese continueranno di questo passo, senza che la sinistra difenda la nostra dignità nazionale, Salvini crescerà ancora nei consensi.

D. Salvini è sotto lo schiaffo della magistratura anche per il sequestro dei 49 milioni di euro sui conti del partito. Lei ha detto a tal proposito che è un atto politico, quello della magistratura, può spiegarsi meglio?

R. No, non ho mai detto che è un atto politico. Ho detto che è un atto che ha conseguenze politiche, perché incide sul patrimonio di un partito politico, che per di più è al governo. Per me la questione è semplice: è giusto aggredire i denari e i beni, ovunque si trovino, anche se scoperti molto tempo dopo la commissione del reato. Ma devono avere un nesso pertinenziale, almeno presunto, con il reato stesso, altrimenti manca la causa giuridica del sequestro.

D. Facciamo un esempio?

R. In altre parole, se trovo 5 milioni depositati un banca sei anni fa, o dei lingotti, o azioni acquistate allora, posso ben presumere che siano frutto del reato, e quindi li prendo. Ma le donazioni dei privati, i contributi dei parlamentari al partito, magari quelli futuri, che non hanno alcun riferimento con la truffa o l'appropriazione imputate a Bossi e a Belsito, non possono essere sequestrati.

D. Intanto il Tribunale del riesame di Genova, su rinvio della Cassazione, ha accolto il ricorso della Procura sul sequestro dei fondi della Lega.

R. Il tribunale ha fatto un'interpetazione esageratamente restrittiva che dovrebbe essere ribaltata in Cassazione. Lo dico fuori dai denti, secondo me è sbagliata. Il problema non è quando si trovano i denari, si possono rinvenire adesso o tra due anni, ma che questi abbiano un nesso pertinenziale con la commissione del reato. Solo allora sono aggredibili.

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