Governo. Di Maio è rimasto senza la poltrona

L'intesa di governo azzerata da Matteo Renzi e la quasi contemporanea sconfitta in Friuli-Venezia Giulia hanno gettato nello sconforto Luigi Di Maio

di Marco Bertoncini 1.5.2018 www.italiaoggi.it

L'intesa di governo azzerata da Matteo Renzi e la quasi contemporanea sconfitta in Friuli-Venezia Giulia hanno gettato nello sconforto Luigi Di Maio. Abbarbicato finora alla speranza (certezza?) di conquistare palazzo Chigi, il sedicente «candidato premier» si è sentito sfilare la poltrona. Conseguenza: nessun piano B; nessun compromesso; nessun ripiego. Di Maio vede solo il ritorno alle urne, proclamandolo con la dovuta concessione alla competenza quirinalizia, ma lanciandolo come unica prospettiva, una volta fallito l'assalto alla presidenza del consiglio. Peccato, però, che appunto sul Colle ci si possa non adattare ai desideri del capo politico pentastellato, quand'anche rafforzato dalle reiterate indicazioni di Matteo Salvini per tornare alle urne.

Bisogna annotare una differenza di non poco conto fra la posizione del numero uno grillino e quella del numero uno leghista con sostegno di Giorgia Meloni. Di Maio vuole il voto con questa legge elettorale, di cui continua a dire tutto il male possibile pur avendogli recato tutt'altro che danni, mentre i due sodali del centrodestra affermano che si possano mutare le norme elettorali nel giro di 15 giorni.

Assodato che il Quirinale non intende rimandare al voto gli italiani con questo sistema elettorale, e che una riscrittura richiederebbe ben altro che 15 giorni (visti i precedenti, non basterebbero nemmeno 15 settimane, forse 15 mesi sarebbero sufficienti), il prossimo passaggio potrebbe consistere in un governo di durata sufficiente per approvare il nuovo metodo di voto. Struttura, programma, guida di questo esecutivo sarebbero tutti da vedere; ma difficilmente Di Maio riuscirebbe a far sì che un simile transito si eviti.

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