PostelezioniM5s sta diventando un partito come altri
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Le trattative procedono secondo canoniche tradizioni politiche, con incontri pubblicizzati e telefonate riservate.
di Marco Bertoncini, 24.3.2018 www.italiaoggi.it
L'epoca del vaffa è finita. Così ha sancito Beppe Grillo, con l'annesso ammonimento (ordine?) a Luigi Di Maio e soci: non fare inciuci. Intanto, inciuci o no, il «non partito» tende a confermarsi partito, ma fatica a inserirsi nella politica. I grillini se la sono sempre presa, correttamente, con i parlamentari nominati, nel senso di designati in liste bloccate. Benissimo. Però i loro candidati uninominali sono stati scelti da Di Maio. Le liste proporzionali si dice siano state rispettose delle indicazioni della mitica rete; eppure, ricorsi e proteste non vanno in direzione della trasparenza predicata dal M5s.
Nella precedente legislatura deputati e senatori pentastellati rinnovavano a getto continuo i propri presidenti. Ovviamente, come sa chiunque abbia un minimo di nozioni politiche, era un'aberrazione, perché riduceva l'autorevolezza dei capigruppo dei cinque stelle e l'efficacia della loro azione. Adesso i capigruppo (Danilo Toninelli e Giulia Grillo) li decide Di Maio, calandoli dall'alto.
Le trattative procedono secondo canoniche tradizioni politiche, con incontri pubblicizzati e telefonate riservate. È l'esatto opposto della diplomazia solare che gli apritori del Parlamento come una scatola di tonno predicavano al loro arrivo nel palazzo. Quando poi si discuterà del governo, i cinque stelle dimenticheranno facilmente le ribadite pretese di presentare il proprio programma a chi ci sta ci sta. Anche ora, d'altronde, non sanno come districarsi, fra una base che rumoreggia per le trattative e vuol porre veti, e l'opposta esigenza di conquistare i posti che i grillini pretendono spettanti loro per i voti conseguiti. Siccome però non hanno la maggioranza assoluta, devono piegarsi alle regole politiche.
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