La metà degli elettori non sa per chi votare

Silvio Berlusconi richiamando alle urne gli incerti e (ma questo è più difficile) gli astensionisti

di Marco Bertoncini 8.2.2018 www.italiaoggi.it

Arrotondiamo i numeri: un terzo degli elettori potrebbe non recarsi alle urne, mentre un 15% risulta incerto. Probabilmente sarebbe più realistico asserire che, oggi, ben più di un elettore su due non sa ancora se e per chi votare. L'esperienza confermerebbe che non soltanto a un mese dal voto un elettore su cinque ancora sia indeciso, ma perfino come il mattino delle elezioni (proprio il mattino delle elezioni) un elettore su venti stia ancora arrovellandosi, in procinto di recarsi al seggio.

Silvio Berlusconi è sempre ben informato su simili ricerche nel mercato politico: quindi, sta attento a svolgere la campagna elettorale seguendo i ritmi dei dubbi dominanti presso i potenziali votanti. Adegua tempi, programmi, argomenti, lanci, motivi, avendo ben chiaro un dato: i guadagni, da qui al voto, non si attueranno se non in minima misura recuperando dagli altri partiti, verosimilmente più dagli alleati che non dagli avversari, bensì richiamando alle urne gli incerti e (ma questo è più difficile) gli astensionisti.

Per la verità pure gli altri partiti, senza la scientificità studiata dal Cav, ritengono che il successo sia legato alla maggior capacità di richiamare alle urne. I cinque stelle, come sempre càpita loro, avvertono che il loro peggior concorrente è il non voto: debbono quindi persuadere il contestatore intenzionato a non recarsi al seggio che la sua più efficace protesta consisterebbe nell'aggregarsi al vaffa pentastellato.

Riesce tuttavia arduo comprendere quali siano gli strumenti più efficaci per portare al voto tanti incerti. In astratto, verrebbe da credere che premiante sarebbe la protesta urlata; tuttavia, vasti strati di elettori moderati potrebbero respingere proprio le grida.

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