Sull'immigrazione serve soprattutto ragionare
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Certo, la situazione sociale, con le sue esasperazioni, trova le sue ragioni, in simmetria con il primo dopoguerra e il crac del 1929, nella crisi del 2008.
di Domenico Cacopardo8,2,2018 www.italiaoggi.it
Le elezioni amplificano l'eco dell'aggressione operata da Luca Traini, un giovane con simpatie leghiste, a colpi di pistola contro immigrati africani. Ogni parte politica riafferma la bontà dei propri programmi, dimenticando che la gravità dell'accaduto deve far riflettere sia a destra che a sinistra e che, in definitiva, si tratta di uno degli sporadici episodi di xenofobia violenta che si sono manifestati in Italia, come in altri paesi europei ben più colpiti dal fenomeno (a Oslo, nel 2011, ci furono le 77 vittime in un giorno di Anders Behering Breivik). Senza ricordare gli attacchi del terrorismo islamico, spesso ben organizzati ed eseguiti, vogliamo riprendere qui il delicato tema dell'antisemitismo francese, così virulento e diffuso da indurre le comunità israelitiche ad abbandonare le zone più esposte o a emigrare negli Stati Uniti.
Certo, la situazione sociale, con le sue esasperazioni, trova le sue ragioni, in simmetria con il primo dopoguerra e il crac del 1929, nella crisi del 2008. I meccanismi del «welfare» introdotti in Italia durante la Prima Repubblica ci hanno permesso di affrontare una cifra di sacrifici nettamente inferiore ad altre nazioni europee, ma al contempo, con i loro costi incomprimibili e le loro rigidezze hanno rallentato la ripresa e la rallentano ancora.
Comunque, va ristabilito il senso delle proporzioni. Nel senso che sia a destra (vero on.le Salvini?) che al centro e a sinistra, occorrebbe sottrarre la questione immigrazione e conseguente disagio alle facili lusinghe della demagogia populista per presentare agli italiani un complesso di idee composte e praticabili, sulle quali il dibattito potrebbe essere costruttivo (con più consensi di quanto «portano» le imprecazioni).
Restano, incontestabili due fatti: Luca Traini ha attuato un progetto criminale, spinto da un insano desiderio di vendetta e dalle esortazioni xenofobe dei suoi amici politici; per gli immigrati, l'Italia non può essere più terra di indisturbato parcheggio (nel quale fatalmente la tendenza a delinquere è di impossibile contrasto, vedi caso «Igor»). In questa antinomia è il problema: su di esso, ci vogliono meno proclami e più riflessioni, in vista della nuova legislatura.
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