BORDIN LINE. Perché a Beppe Grillo va benissimo lo schema del 2013
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Di Maio dice che dopo le elezioni, se il M5s sarà il primo partito, chiederà agli altri di votare senza contropartite il programma pentastellato. È lo stesso copione che ha lasciato i Cinque stelle ai margini per tutta la scorsa legislatura
di Massimo Bordin 24.1 2018 alle 06:00www-ilfoglio.it
Andare a cercare le prove di un problema, o addirittura di un distacco, fra Beppe Grillo e il M5s nella ristrutturazione del blog personale del comico genovese è probabilmente una perdita di tempo. Grillo non campa facendo il “garante” del movimento che ha fondato, al massimo ne ricaverà qualche rimborso per i viaggi. Naturalmente vanno considerati anche i suoi rapporti con la Casaleggio & Associati, ma per il resto fa spettacoli, affitta teatri, firma contratti, e i contratti prevedono clausole e impegni, limitazioni. Probabilmente il suo blog personale non è esente da clausole limitative imposte da quei contratti. Più che altro Grillo che prende le distanze dal Movimento 5 stelle è un classico dell’informazione durante le campagne elettorali. Un cliché che, almeno finora, è stato smentito dai fatti. Un altro copione invece forse finiremo per rivedere, quello del 2013. Luigi Di Maio sembra avere già capito dove si andrà a parare e si cautela. Fateci caso e scoprirete che il “capo politico” ha di nuovo cancellato la parola alleanze dal suo vocabolario elettorale, e se ancora dice che il M5s non governerà da solo si premura subito di aggiungere che, se il movimento sarà la lista con più voti, farà un appello a tutti gli altri gruppi a votare senza contropartite il programma pentastellato. E’ esattamente lo schema del 2013 che ha lasciato ai margini i parlamentari a Cinque stelle per tutta la legislatura e ha offerto la possibilità a Paolo Gentiloni di ricordare, dalle colonne del Foglio, che i numeri dei sondaggi dicono che il M5s non ha alcuna possibilità di governare. Situazione che a Grillo va benissimo.