Pier Ferdinando Casini candidato a Bologna per il Pd: Pier Luigi Bersani lo può far fuori dal Parlamento

1-Con la nuova legge elettorale, Casini potrebbe giocarsi le sue carte "in casa", in Emilia Romagna 2- Vaticano sempre più spaccato su Papa Francesco.

5 Gennaio 2018   www.liberoquotidiano.it

1-Poco prima di Natale, l'indiscrezione: dopo oltre 30 anni di onorata carriera politica, Pier Ferdinando Casini non si ricandiderà. Una notizia che aveva suscitato stupore e incredulità. Un'incredulità che si è rivelata corretta: ovviamente, Casini correrà. E non solo: correrà per il Partito democratico, lui che ha trascorso una intera vita da democristiano. Nessun dubbio, insomma: a Pier Ferdinando la poltrona interessa, eccome.

Con la nuova legge elettorale, Casini potrebbe giocarsi le sue carte "in casa", in Emilia Romagna, nel collegio di Bologna. Ed è proprio in quel collegio che potrebbe prendere vita uno dei duelli più appassionanti e, fino a qualche tempo fa, impronosticabili: già, perché Pier Luigi Bersani, tra i leader della Cosina Rossa, si candiderà proprio a Bologna. Una sfida che assomiglia, da vicino, a un cortocircuito: Casini, il leader centrista con la pettorina democratica, che sfida Bersani, tra i padri fondatori del Pd nonché ex segretario e che oggi è pronto a tutto pur di ostacolare il Pd stesso. Vaticano, contro Papa Francesco anche il vescovo Luigi Negri: Eucarestia, "confusione inaccettabile"

2-5 Gennaio 2018 Vaticano sempre più spaccato su Papa Francesco. L'ultimo attacco al Pontefice arriva dal vescovo emerito di Ferrara, Luigi Negri, che già tempo fa attaccò la linea di Bergoglio sulla cittadinanza agli immigrati che, disse, "non può diventare oggetto di una concessione automatica o meccanica che non implichi una valutazione".

Questa volta, Negri, attacca su un vecchio tema, ossia l'Eucarestia per i divorziati risposati e dunquee contro l'esortazione apostolica Amoris Laetita del Papa. Il punto è che sulla vecchia questione sono tornati tre vescovi della chiesa del Kazakistan, che insieme a un altro vescovo, monsignor Carlo Maria Viganò (nunzio apostolico negli Usa ed ex membro del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano) hanno redatto un documento che ha riaperto la polemica dottrinale.

In buona sostanza, i kazaki hanno chiesto una correzione del testo del Pontefice, nel dettaglio una correzione al controverso ottavo capitolo, che avrebbe concesso un'interpretazione estensiva dell'accesso ai sacramenti della Chiesa, in particolare della comunione anche per chi dopo la rottura del matrimonio ha formato una nuova famiglia. Il documento, dopo essere stato sottoscritto da Viganò, è stato sottoscritto da Negri.

E il vescovo emerito di Ferrara ha voluto spiegare la sua scelta, rivendicando la necessità di tornare al tradizionalismo di fronte alla "grave confusione" che regnerebbe nella Chiesa sul tema del matrimonio. Il punto, sottoscritto da Negri, è che ammettere i divorziati risposati alla Comunione, massima espressione dell'unità di Cristo-Sposo con la sua Chiesa, "sarebbe come ammettere la possibilità del divorzio da parte della Chiesa cattolica e un mezzo di diffusione dello stesso".

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