Un tribunale: basta con le occupazioni
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Sembra che in Italia sia accaduto qualcosa di rivoluzionario,
di Domenico Cacopardo, 14.12.2017 www.Italiaoggi.it
Sembra che in Italia sia accaduto qualcosa di rivoluzionario, tale da mettere in discussione le fondamenta dello stato. Un tribunale ha, infatti, stabilito che occupare abusivamente un bene immobile non è consentito e che la responsabilità derivante ricade sullo stato medesimo che non ha impedito l'occupazione né rimosso gli occupanti ristabilendo la certezza del diritto.
Spero che qualcuno, nelle redazioni dei giornali, e nel ministero dell'interno sia trasecolato, visto che il vizio viene da lontano e che i suoi cultori si sono annidati nella sinistra, nel centro e nella destra, in nome di un discutibile senso sociale. Si deve aggiungere che questo ristabilimento del diritto (di proprietà come di altri diritti basilari nelle democrazie liberali) è stato sin qui ignorato non solo dalle forze dell'ordine ma anche dell'ordine giudiziario.
Certo, dopo la guerra s'era manifestata una certa tolleranza per il fenomeno, che derivava in parte dalle distruzioni del patrimonio edilizio e dal fenomeno degli sfollamenti. Poi sarebbe dovuto finire. Invece, è bellamente continuato nell'indifferenza colpevole dei prefetti (che operavano e operano un illegale confronto tra due valori non comparabili come il libero esercizio del diritto di proprietà e l'esigenza di non turbare l'ordine pubblico) e nel disinteresse delle procure.
L'arrivo in forze poi delle correnti organizzate in magistratura, soprattutto di quella che, al di là della lettera e dello spirito della Costituzione, propugnava un'interpretazione del diritto evolutiva nella quale il proletariato, per definizione, aveva sempre tendenzialmente ragione, aveva dato il colpo di grazia al diritto di proprietà. Tutti conosciamo casi di mancato rilascio di abitazioni occupate abusivamente, di appartamenti in mano a locatari morosi per anni, di illegalità commesse nell'uso quotidiano degli immobili.
È poi arrivata la criminalità comune a sovvertire le graduatorie delle case popolari, immettendovi i suoi protetti. E la criminalità politica che ha trovato comodo usare come basi extraterritoriali (droga e armi libere) importanti immobili provvisoriamente disabitati. Ora un tribunale dice basta: vedrete che questa rondine non farà primavera.
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Domenico Cacopardo