Perché Renzi deve spicciarsi a salvare il Cav. da Salvini. Quale governo nel 2018 ?
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Non fatevi ingannare. Il centrodestra unito esiste nei sondaggi e nelle regioni, ma a livello nazionale è solo algebra.
Claudio Cerasa, 4.9.2017 da www.ilfoglio.it
Commenti 7
Cosa fare affinché la prossima campagna elettorale sia dominata più dai partiti di governo che dai partiti di lotta. Prima ancora di una nuova legge, serve una svolta culturale.
Perché continuare a perdere tempo e negare l’evidenza?
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Il tema legge elettorale, come scrive questo giornale da mesi, non vale la pena di comparire sulle pagine di un giornale per il semplice fatto che da qui alla fine della legislatura non ci sarà nessuna legge diversa rispetto a quella attuale. In realtà, i numeri per fare una nuova legge ci sarebbero, ma il Pd ha scelto di non fare nulla, di lasciare le cose come stanno, di non tentare di recuperare la maggioranza potenziale che per un attimo era emersa mesi fa attorno al famoso “modello tedesco”, e la ragione per cui ha deciso di lasciare tutto com’è rappresenta una storia interessante sulla quale vale la pena spendere qualche riga. E dunque, eccoci qui: perché Renzi non vuole cambiare la legge elettorale? La ragione l’ha spiegata bene sabato scorso sul Foglio il nostro David Allegranti ed è una ragione che si può dedurre leggendo tra le righe delle parole usate da Renzi per festeggiare i 900 mila e passa nuovi posti di lavoro messi insieme dal 2014 a oggi.
Il segretario del Pd, in questa occasione, ha volutamente fatto suo il lessico berlusconiano, quello del milione di posti di lavori creati, e ha provato così a rilanciare un suo vecchio pallino: la ricerca dello sfondamento nell’elettorato di destra.
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La partita esplicita del Pd, oggi, i cui sondaggi appaiono leggermente sopravvalutati, siamo al 29 per cento, ma chissà, è quella di provare a sfruttare il suo posizionamento per presentarsi sulla scena elettorale come l’unico partito alternativo a tutti i populisti: da Grillo a Salvini.
In questa logica, andare alle elezioni con una legge elettorale come quella che esiste oggi sarebbe perfetto: i due consultellum rendono infatti possibile alla Camera una lista e al Senato una coalizione; e a queste condizioni per Berlusconi sarebbe complicato presentarsi da solo alle elezioni, specie se a novembre il risultato della Sicilia dovesse certificare che sul piano locale il centrodestra unito è competitivo come sembra. Dunque, eccoci qui: Renzi non ha alcuna intenzione di cambiare la legge elettorale perché con questa legge elettorale Berlusconi sarebbe costretto ad andare al voto con Salvini e in questo modo per il Pd potrebbe essere più semplice parlare a quella fetta importante di elettori italiani che da tempo è alla ricerca disperata di una via alternativa al populismo.
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Finora Renzi ha fatto non bene, ma benissimo, a non ascoltare i consigli di Repubblica e a ignorare l’esistenza di un non soggetto alla sua sinistra che si è scisso prima ancora di essere nato. Ma detto questo, Renzi non può continuare a far finta di nulla: se dopo le prossime elezioni la lista del Pd risulterà decisiva per far nascere un governo – e se la sinistra a sinistra del Pd non raggiungerà risultati importanti – l’unico governo che potrà nascere sarà un governo con Forza Italia. Punto. Per questo, il Pd dovrebbe rendersi conto che schiacciare Forza Italia sulla Lega, in campagna elettorale, rischia di essere un vantaggio prima del voto ma rischia di essere un disastro per il dopo voto. La domanda a cui oggi Renzi dovrebbe rispondere, dunque, non è “con quale sistema posso rubare più voti al centrodestra”, ma è un’altra: con quale sistema elettorale centrodestra e centrosinistra possono esprimere al meglio le loro potenzialità, anche per far sì che nella prossima legislatura ci siano i numeri e le condizioni per far nascere un governo?
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A parte una legge sul modello dei sindaci – #ciaone – non esiste alcuna legge elettorale che possa garantire la formazione certa di una maggioranza, e lo sappiam…... Per quanto Berlusconi possa sforzarsi di trovare soluzioni creative per riuscire nel miracolo di andare alle elezioni con Salvini facendo finta di andare elle elezioni senza Salvini (per esempio correndo separatamente alla Camera e in coalizione al Senato), un centrodestra schiacciato su Salvini può funzionare a livello locale ma non può funzionare a livello nazionale e non ci vuole molto a capire che un centrodestra che sceglie di seguire più il modello Le Pen che il modello Merkel è un centrodestra destinato a essere solo un clone mal riuscito del Movimento 5 stelle. E dunque ritorniamo alla domanda di cui sopra: per un partito come il Pd, che sa di avere speranze di tornare al governo solo costruendo una grande coalizione con il centrodestra, conviene davvero spingere il suo potenziale alleato su posizioni anti sistema?
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Lo diciamo una volta e non lo ripeteremo più. Renzi dovrebbe aiutare Berlusconi a sbarazzarsi di Salvini perché solo un Berlusconi lontano da Salvini potrà aiutare il Pd a far nascere un governo di buon senso dopo le prossime elezioni. E per farlo c’è solo un modo: accettare fino in fondo quello che è il mondo post referendum costituzionale e trovare un modo per far sì che le coalizioni siano possibili solo dopo e non prima delle elezioni. E’ così ovvio e così evidente. E allora viene naturale chiedersi: perché continuare a perdere tempo e negare l’evidenza?
Articolo completo su www.ilfoglio.it
(fine)
Commenti
lorenzo tocco
04 Settembre 2017 - 10:10
Cerasa, stia attento a fare l'apprendista stregone: se si realizzasse quanto lei vorrebbe, non è che potremmo ritrovarci con una maggioranza parlamentare M5S + Lega + FdI? Sarebbe auspicabile? Direi proprio di no. Molto meglio coinvolgere la Lega, che è oggi meno estremista di quando c'era Bossi (dice niente la parola secessione?), nel centro-destra. Chi avrà più voti esprimerà poi il candidato premier, come avviene dappertutto.
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RispondiGiovanni Attinà
04 Settembre 2017 - 10:10
La situazione politica italiana è quanto mai confusa e il sogno de"Il Foglio" è destinato a non realizzarsi. Per sconfiggere i cosiddetti populismi occorrono programmi seri e valori che non possono cambiare ad ondate. Del resto basta guardare alla legge elettorale che segna il passo , considerato che si cerca di fare le leggi ad uso e consumo della maggioranza del momento. Queste cose accadono solo in Italia, con il mondo dell'informazione che sta a guardare o quasi. Valle anche per le riforma da fare che tutti, dopo il referendum del 4 dicembre, hanno già dimenticato inneggiando perfino alle province che dovevano essere cancellate.
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Rispondiravas
04 Settembre 2017 - 09:09
"trovare un modo per far sì che le coalizioni siano possibili solo dopo e non prima delle elezioni". Cioè lasciare le cose come stanno e andare alle elezioni con il consultellum. Mi pare esattamente ciò che Renzi sta facendo.
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Rispondigiantrombetta
04 Settembre 2017 - 09:09
Caro direttore, leggo ciò che scrive da molti anni e dunque conosco ed apprezzo le sue qualità di analista politico. Al punto di non poter credere che lei non sia pienamente consapevole di cosa accadrà nel Pd se anche la partita elettorale siciliana, dopo quella referendaria e delle amministrative, si chiudera' per Renzi, come in molti prevedono, in una sconfitta. Altro che legge elettorale! Dovesse prevalere anche di un soffio Musumeci (ovvero l'alleanza Berlusconi/Meloni/Salvini) per il Cav. sara' politicamente impossibile non riproporla alle elezioni nazionali. Ed il Pd di Renzi si troverà a dover scegliere se allearsi con Alfano & soci oppure con Bersani/Pisapia ed affini. Sotto sotto essendo costretto a sperare che per miracolo il centro destra resti a trazione berlusconiana, considerato che Musumeci e' il candidato che il Cav. ha subito da Meloni/ Salvini. Senza primarie. Dopo averlo isolato da Alfano & C. lei davvero crede che a Renzi riesca il gioco di isolarlo da Salvini?
mauro
04 Settembre 2017 - 09:09
Caro Cerasa, non è che io abbia Salvini nel cuore ma non Le sembra che auspicare il centrosinistra al governo in secula seculorum sia un tantino eccessivo? Dice: ma sempre meglio che Grillo; forse, ma non sono certo che le capacità distruttive della sinistra siano alla lunga meno esiziali di un breve governo casaleggista. E' forse più convincente l'argomento che tanto chiuque ci sia al governo la sinistra, attraverso i suoi molti gramsciani tentacoli comandi sempre lei.
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Rispondigiantrombetta
04 Settembre 2017 - 08:08
Caro direttore, prenda atto una volta per tutte che fin qui Renzi ha perduto tutte le sfide elettorali, non solo locali ma pure nazionali, anzi quella nazionale più importante. E dunque in primo luogo dovrebbe spiacciarsi a salvare se stesso e quel che resta e intende fare del Pd. Nella tagliola di dover scegliere tra l'alleanza con Bersani/Pisapia o con Alfano/ Casini si e' ficcato lui. Con il magnifico risultato, vedi previsioni per imminenti elezioni siciliane, che l'unica alternativa allo tsunami dei 5 stelle e' l'alleanza messa in campo da Berlusconi, di certo consapevole della lezione romana, dove il fallimento dell'amministrazione a guida Pd ha spalancato le porte alla Raggi anche perché Forza Italia non ha trovato un accordo decente con Meloni e Salvini. Torniamo agli inizi: l'aver rotto il Nazareno non intendendo ( o non potendo) pagare il prezzo minimo al Cav. e l'aver deciso di spaccare Forza Italia per governare con gli spezzoni alfanian verdiniani montiani e' di Renzi.
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RispondiGiovanni
04 Settembre 2017 - 08:08
No, Cerasa, lei a mio avviso sta sbagliando impostazione. Renzi non deve salvare altri che se stesso e il proprio partito che già di problemi ne ha a iosa. Il Cav poi, giustamente rifiuterebbe ogni tentativo di approccio prima delle elezioni sopratutto perchè a quanto pare se la sta cavando alquanto bene. Sappiamo tutti come il Centro destra sia molto unito prima delle elezioni e si disunisca regolarmente dopo. L'unico consiglio da dare a Berlusconi è quello di "rinforzare" Forza Italia in modo da avere un manipolo consistente tale da poter mandare a quel paese Salvini ed eventualmente anche FdI. Solo a quel punto fra Renzi e Berlusconi si potrebbero venire incontro e se son rose ri-fioriranno. Invece è proprio Renzi che deve fare un gran lavoro di ristrutturazione nel proprio partito. Ho fatto una mia piccola indagine ed ho verificato quanto siano malmesse, male organizzate, poco motivate, e con siti web mal gestiti, le sedi territoriali e provinciali che dovrebbero esserne l'anima.