M5s, i veri calcoli sugli stipendi dei parlamentari

Né 3 mila euro al mese, come dicono i grillini, né 98 mila all'anno, come risulta dai redditi. Al netto delle restituzioni, Di Maio intasca 7.620 mila euro mensili. Di Battista 5.462. Ma il record è di Cariello: 8.123.

LORENZO ANDRAGHETTI 07 marzo 2017, da LETTERA43.it

Spesso capita di leggere molti titoli di giornali sugli stipendi dei deputati del Movimento 5 stelle di questo genere: “Di Maio e Di Battista da reddito zero a 98 mila euro all'anno”, o ancora: “Grillo guadagna meno dei suoi deputati”. Ma se è falso dire che, come ripete sempre lui, un Di Maio guadagni 3 mila euro al mese, lo è altrettanto dichiarare che gli onorevoli grillini intaschino 98 mila euro. Il calcolo riportato da molti giornali è totalmente sbagliato per un semplice motivo: si basano solo sul dato lordo della dichiarazione dei redditi pubblicata sul sito Camera, che non comprende oltre metà dello stipendio di ogni deputato.

AL NETTO 60 MILA EURO. Chi ha lavorato con un deputato del M5s ed era abituato a compilare la rendicontazione (niente di più che un'auto dichiarazione) sa bene come funzionano i capitoli di spesa e come capire quanto realmente guadagna un parlamentare che restituisce parte dello stipendio. Quei 98 mila euro dichiarati da tutti i pentastellati non sono soldi netti che arrivano sul conto corrente, ma lordi. Al netto infatti sono (euro più, euro meno) 60 mila euro all'anno. A questi 60 mila va tolta la cifra restituita. Ed è proprio da questa somma che si può dedurre quanti soldi, all'anno, rimangono all'onorevole, al netto delle spese documentate che i deputati pubblicano sul loro sito di rendicontazione "tirendiconto.it".

07 Redditi Politici

Nel caso di Luigi Di Maio, dai 60 mila 960 euro netti bisogna sottrarre la somma dei bonifici mensili effettuati nel corso del 2015, che a conti fatti risulta essere di 25 mila 122,32 euro. Ossia il totale annuo restituito da Di Maio. Quelli che però non figurano sono i cosiddetti “rimborsi spese forfettari da rendicontare”, che compongono la parte più cospicua delle entrare. Nell'esempio di Di Maio, documenti alla mano da lui pubblicati online, il totale rimborsi spese forfettari annuo entrato nel suo conto ammonta a 99 mila 892,38 euro.

"PER VIVERE" BASTANO 55 MILA EURO? Questa somma (euro più, euro meno) è data a ogni deputato per pagare il collaboratore e le spese personali (vitto, alloggio, trasporti). Per l'assistente la quota specifica prevista è di 3.690 euro al mese, che all'anno fanno 44 mila 280 euro (per i senatori sono 50 mila 160). Ipotizzando che ogni deputato spenda diligentemente tutto questo ammontare per uno o più collaboratori (potrebbe anche spenderne di più, ma dovrebbe aggiungerli di tasca propria e documentarlo carte alla mano sul sito, per essere credibile), la differenza tra il totale dei rimborsi forfettari (circa 100 mila euro) e il totale “spese per esercizio di mandato” (percepite per il 50% solo con regolare contratto di lavoro del collaboratore depositato alla Camera) ammonta a 55 mila 612,38 euro, che il deputato usa "per vivere".

CIBO, AFFITTO, TAXI E TELEFONINO. Cioè? Una cifra che serve per mangiare, pagare l'affitto, prendere il taxi o il car sharing e sostenere le spese telefoniche, anche se tutti sanno che con 20 euro di abbonamento mensile si possono avere a disposizione minuti illimitati. Chi supera questa cifra è probabile quindi che stia gonfiando le spese. Ma detto questo, anche treni, autobus e aerei sono gratis per i deputati. Chi inserisce nei capitoli di spesa queste voci, ci sta marciando.

Alla domanda "Quanto guadagni per pagarti affitto, trasporti, spesa, ristorante e uscite con gli amici" il cittadino Di Maio dovrebbe rispondere 7.620 euro al mese

Ricapitolando il conto del nostro onorevole, Di Maio riceve entrate sul suo conto corrente per 60 mila 960 euro (stipendio netto, il lordo è quel famoso 98 mila), oltre a 99 mila 892,38 euro di rimborsi forfettari. Le uscite documentate sono relative esclusivamente ai bonifici da lui fatti, ovvero i 25 mila 122,32 euro all'anno restituiti per scelta politica dal M5s e la quota chiamiamola “collaboratori” (dato che il deputato la usa per pagare gli assistenti) che ammonta a 44 mila 280 euro annui (quota uguale per tutti). Entrate meno uscite (60.960 +99.892,38 -25.122,32 -44.280): 91 mila 450 euro all'anno. Cioè 7.620 al mese.

ALTRO CHE 3 MILA EURO MENSILI. Questa è la cifra reale con la quale Di Maio (ma non solo) vive a Roma. È la cifra che Di Maio dovrebbe dichiarare quando va in televisione, al posto dei 3 mila euro netti gridati ai quattro venti pubblicamente. Proprio come quel normale cittadino che il vice presidente della Camera vorrebbe incarnare, che alla domanda «Quanto guadagni?», risponde: «1.400 euro al mese con i quali mi pago l'affitto, i trasporti, faccio la spesa, mangio al ristorante ed esco con gli amici». Ecco, quei 7.620 euro sono i soldi con cui Di Maio fa tutto ciò.

AUTO DICHIARAZIONI NON AFFIDABILI. Detto questo, le spese (non documentate) dichiarate dai deputati sul loro sito “tirendiconto” dicono cose un po' diverse. Di Maio, per esempio, dichiara “spese di esercizio di mandato” per il 2015 di 65 mila euro. Vorrebbe dire che paga i suoi collaboratori (si sa che ne ha tre, ma dalla sua auto dichiarazione non documentata risulterebbe non averne alcuno) per 20 mila euro di tasca propria (la differenza tra i 65 mila e i 44 mila 280). Se così fosse la cifra netta annua da lui percepita si abbasserebbe a quota 5 mila. Di Maio però non fornisce carte, ma auto dichiara semplicemente (come i suoi colleghi) senza portare documenti, quindi per tutti questi conti è giusto basarsi solo su quelle entrate e uscite documentate.

Stesso ragionamento vale anche per Alessandro Di Battista. Le sue restituzioni sono ben più alte di Di Maio: ammontano infatti a 40 mila 852,57 euro e i suoi rimborsi forfettari a 89 mila 722,14. Stando a questo, ciò che riceve realmente Di Battista per vivere, all'anno, è 65 mila 549 euro. Ovvero 5.462 euro al mese. Se invece, come il suo collega campano, dimostrasse di pagare una quota dei collaboratori di tasca propria (circa 14 mila euro extra), la sua media mensile scenderebbe a poco più di 4 mila euro al mese.

ANCHE PER FICO LA SOMMA È DIVERSA. Dalle stesse entrate e uscite documentate, che quindi non possono essere compilate a piacimento all'atto dell'inserimento telematico sul sito “tirendiconto.it”, risulta che un altro “big” pentastellato come Roberto Fico riceva al netto di tutto, 6.888 euro al mese (82 mila 665 euro annui) per il 2015, avendo percepito la stessa cifra del collega Di Maio ma essendo le sue restituzioni pari a 34 mila 526,93 euro all'anno. Anche per lui i 3 mila euro al mese con i quali vivrebbe a Roma rimangono (dati alla mano) una bufala.

Ma vivere a Roma costa così tanto? No. Se per esempio si prendesse il caso, tra i più virtuosi all'interno del Movimento, di Giulia Di Vita (siciliana) si scoprirebbe che pur ricevendo la stessa somma netta di Di Maio e Fico, i suoi rimborsi, essendo pari a 57 mila 808 euro, la portano ad avere un reddito reale netto di 3.081 euro al mese. Pari a 36 mila 978 euro annui. Meno della metà dei suoi colleghi campani. Come lei anche altri deputati pentastellati vivono realmente con i famosi 3 mila euro al mese (o poco più) sbandierati in tivù. Ma sono la minoranza.

CARIELLO IL PIÙ SPENDACCIONE. Se invece prendessimo il caso del “più spendaccione” in assoluto del M5s, Francesco Cariello, scopriremmo non solo che è quello che ha restituito meno in assoluto di tutti i parlamentari grillini da inizio legislatura, ma che vive con una media mensile (per il 2015) di 8.123 euro. Le sue restituzioni per il 2015 ammontano infatti a 19 mila 631euro annui. Le sue entrate nette sul conto corrente sono pari a 161 mila 391 euro e le sue uscite a circa 63 mila 911 euro.

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In generale: la quota al netto dell'Irpef percepita è uguale (euro più, euro meno) per tutti gli onorevoli del M5s. La quota relativa agli stipendi dei collaboratori anche. Quel che cambia significativamente da parlamentare a parlamentare sono i soldi restituiti tramite i bonifici. Le spese auto dichiarate hanno valenza “zero”. Possono inserire i dati che vogliono e raccontarvi ciò che vogliono: affitti, vitto, spese telefoniche attività sul territorio eccetera.

PERCHÉ DUNQUE MENTIRE? Se per la stampa i deputati M5s guadagnano tutti 98 mila euro, conti alla mano molti di loro percepiscono sicuramente più di 3 mila euro, ma nemmeno così poco come vogliono far credere. Il caso di alcuni pentastellati, come Di Battista, sarebbe esemplare e virtuoso anche se dichiarasse apertamente circa 5 mila euro al mese di stipendio. Non si capisce perché debbano dire che ne guadagnano 3 mila.

*Ex attivista e collaboratore parlamentare alla Camera per il Movimento 5 stelle

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