Scrittura e tecnologie, cosa c’è nel futuro dei giovani

Concorso per maestri elementari in pochissimi concorrenti hanno superato la prova scritta a causa degli orribili strafalcioni nonché sbagli di ortografia a causa di un forsennato uso dei computer

 Alessandra Servidori  BLOG formiche.net 27.2.2017

Opportunamente ci interroghiamo su come riparare al fatto che i nostri giovani non sanno più scrivere e addirittura comporre un tema correttamente, scandalizzati perché al concorso per maestri elementari in pochissimi concorrenti hanno superato la prova scritta a causa degli orribili strafalcioni nonché sbagli di ortografia a causa di un forsennato uso dei computer e strumenti elettronici tanto che prendiamo atto che la società italiana del 2020 si sta robotizzando. La questione più inquietante è che il posto dell’Europa nel futuro delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dipenderà dalla sua capacità di lavorare insieme per gestire l’innovazione digitale e di cambiamento dirompente sul continente. Secondo la Commissione europea, la domanda di lavoratori Ict è in crescita del 4% ogni anno, mettendo a repentaglio il potenziale dell’Ue per la crescita e la competitività digitale.

L’Europa deve affrontare una carenza di circa 756.000 professionisti ICT (information and Communications Technology, in acronimo ICT) entro il 2020, con una mancanza di sinergia tra i sistemi di istruzione e le esigenze del mercato del lavoro. Paradossalmente, questi cambiamenti si verificano mentre l’Europa ristagna, con milioni di persone di fronte a prospettive ridotte e la disoccupazione. E dunque gli e-skills sono ora una grande opportunità per creare posti di lavoro in una rivoluzione digitale. Nel giugno 2016 la Commissione europea ha lanciato un’agenda “Nuove competenze per l’Europa”, con le competenze digitali come una componente chiave. Essa presenta una serie di azioni e iniziative che cercano di ridurre il deficit digitale in Europa, con la Commissione che ha inoltre invitato gli Stati membri a creare ampie strategie nazionali di competenze digitali entro la metà del 2017. Per aumentare ulteriormente la consapevolezza, la Commissione ha inoltre proseguito la campagna e-competenze per Jobs, aggiornata con un vasto manifesto di competenze informatiche rilasciato nel dicembre 2016. I piani di digitalizzare l’industria europea, oltre a una migliore formazione per la forza lavoro e le iniziative in e -government, dimostrano il profondo cambiamento strutturale nella tecnologia e nella società e la necessità immediata di un’azione collaborativa.

Nonostante una strategia forte, l’esplosione delle tecnologie mobili, big data, cloud e social media continuerà a trasformare radicalmente l’ambiente di lavoro di oggi. Ci sono domande sulla sicurezza informatica e privacy, e molti rimangono sotto-qualificati o non collegati. D’altra parte, la digitalizzazione di prodotti e servizi apre ampie opportunità per l’innovazione, gli investimenti e la creazione di nuove imprese e posti di lavoro. Nel solo settore app Ue si prevede di fornire 4,8 milioni di posti di lavoro entro il 2018, con un impatto positivo sulla disoccupazione giovanile e lo spirito imprenditoriale. Liberare tutto il potenziale dei cittadini può quindi consentire all’Europa di sviluppare la formazione e diventare un leader nel web. Questa realtà internazionale offre un’opportunità preziosa per le principali parti interessate del settore pubblico e privato per esplorare le misure che vengono adottate per ridurre la carenza di competenze informatiche, le lacune e discordanze, e di utilizzare la tecnologia per un paesaggio europeo più competitivo e prosperoso.

L’Italia nell’incoraggiare ad impegnarsi su questo fronte deve contemporaneamente recuperare con uno sforzo straordinario la cultura della lettura, dell’esposizione e della scrittura della lingua italiana perché una società giovane e del lavoro che non sa scrivere e rapportarsi personalmente rischia di essere discriminata due volte. Per non rimanere fuori dallo sviluppo bisogna da subito rimboccarsi le maniche, cominciare dalla scuola dell’infanzia e via via riservare ai programmi di scuola di ogni ordine e grado una parte fondamentale del linguaggio, della scrittura, della sintassi.

 27/02/2017

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