Il Censis: la liquidità accumulata dagli italiani dal 2007 vale più del pil dell'Ungheria
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L'immobilità sociale e la crisi generano insicurezza. Per questo gli italiani preferiscono mettere da parte contante piuttosto che investirlo.
ItaliaOggi, 2.12.2016
E' il quadro che emerge dal Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese al 2016. Rispetto al 2007, dall'inizio della crisi gli italiani hanno accumulato liquidità aggiuntiva per 114,3 miliardi di euro, un valore superiore al pil di un Paese intero come l'Ungheria.
La liquidità totale di cui dispongono in contanti o depositi non vincolati (818,4 miliardi di euro al secondo trimestre del 2016) è pari al valore di una economia che si collocherebbe al quinto posto nella graduatoria del pil dei paesi Ue post-Brexit, dopo la Germania, la Francia, la stessa Italia e la Spagna. Quasi il 36% degli italiani tiene regolarmente contante in casa per le emergenze o per sentirsi più sicuro e, se potesse disporre di risorse aggiuntive, il 34,2% degli italiani le terrebbe ferme sui conti correnti o nelle cassette di sicurezza.
Così, con una incidenza degli investimenti sul pil pari al 16,6% nel 2015, l'Italia si colloca non solo a grande distanza dalla media europea (19,5%), da Francia (21,5%), Germania (19,9%), Spagna (19,7%) e Regno Unito (16,9%), ma è tornata ai livelli minimi dal dopoguerra. "Emerge una Italia rentier - commenta il Censis - che si limita a utilizzare le risorse di cui dispone senza proiezione sul futuro, con il rischio di svendere pezzo a pezzo l'argenteria di famiglia".
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