Sinistra, basta coi No che non aiutano a crescere

Prodi, Bertinotti, D'Alema, Veltroni. La storia è piena di prese di posizione sbagliate. Anche la battaglia di principio sul referendum sarà deleteria. Un vero peccato questo spreco politico.

PEPPINO CALDAROLA Lettera43, 28.11.2016

I “No” che non hanno aiutato a crescere la sinistra sono stati tanti. Mi vengono in mente alla rinfusa in questa ultima settimana della campagna elettorale più brutta della nostra storia, a parte la prossima che sarà peggiore. Penso, per esempio, al “No” degli ex comunisti a riversare il loro patrimonio ideale dentro la storia socialista per dar vita a un partito di rango europeo e di netta configurazione socialdemocratica senza pasticci trasversali.

PRODI E BERTINOTTI, CHE ERRORI. Penso, per esempio, al “No” di Romano Prodi quando Luciano Violante, presidente della Camera, gli chiese se avesse da fare una nuova dichiarazione al parlamento che avrebbe spinto Francesco Cossiga a votargli a favore, prima del voto della Camera che lo mandò a casa. Penso, in relazione con questa vicenda, al “No” di Fausto Bertinotti a Prodi che fece cadere una esperienza molto interessante per la crescita di un centrosinistra veramente riformista.

Penso al “No” con cui Massimo D’Alema chiuse la sua esperienza di premier dopo aver previsto un risultato sbagliato nelle Regionali. Peso al “No” con cui Walter Veltroni si dimise da segretario del Partito democratico malgrado il suo risultato elettorale contro Silvio Berlusconi resti il punto più alto raggiunto dal Pd (Europee 2014 del 40% renziano a parte). Penso al “No” che Bersani avrebbe dovuto dire a Beppe Grillo dopo il risultato delle elezioni del 2013 che avrebbero potuto portare a un governo per nuove elezioni. Penso, penso...

UN'OPPOSIZIONE ASTIOSA. Anche il “No” sul referendum costituzionale non aiuta a crescere. Lo spiega bene in una intervista a Elisa Calessi su Libero Arturo Parisi, l’intelligenza limpida e luciferina che ha lanciato e affossato il prodismo. Parisi giustamente, come me e altri, si sorprende del “No” di D’Alema che annega in tante critiche comprensibili il suo lunghissimo impegno per riformare lo Stato. È un “No” astioso, non voglio definirlo vendicativo, è un atteggiamento che nuoce più a D‘Alema e alla sua immagine di sfortunato riformatore che a Renzi che diventerà riformista pasticcione e vittorioso se prevarranno i “Sì” o vittima dell’uno contro tutti se perderà.

I costituzionalisti oggi si scoprono tutti Calamandrei.

Ma per favore...

Penso al “No” di tante compagne e compagni che credono di stare combattendo la battaglia per scacciare il pericolo fascista e «il nuovo Mussolini». Che pena per voi, amici cari. È un ”No” che non aiuterà a crescere una volontà riformatrice, ma aiuterà il trionfo di chi dal giustizialismo in poi ha avvelenato tutti i pozzi. Penso al “No“ di tanti costituzionalisti che hanno taciuto per la mancata attuazione della prima parte della Costituzione, che non hanno mosso dito contro i poteri forti che imbracavano l’Italia e che oggi si scoprono tutti Calamandrei. Ma per favore...

VOTO POCO SERENO. Penso a tutta una vita di sinistra costretta in una scelta che avrebbe potuto essere più serena e che invece è diventata un giudizio di dio e che sta dando a Renzi, leader che non amo e contro il quale voterò al congresso Pd, la palma di vincitore se passa il “Sì” o di monopolizzatore del voto del Pd se il “No” prevarrà contro la volontà della maggior parte degli elettori piddini.

Gli ultimi giorni di campagna elettorale ci faranno assistere ad altre “cosacce”. Mi sono fatto un elenco di queste e delle persone che le hanno dette e scritte. Un vero peccato questo spreco di sé della sinistra. Sarebbe bello se Renzi misurasse le parole ante 4 dicembre e chiedesse il “Sì” per continuare, senza dare significato negativo a tutti i “No”. Sarebbe bello se D’Alema, triste solitario y final, dicesse che ha combattuto una battaglia di principio ma lasciasse libera la sua gente di collocarsi nella sinistra così com’è, per cambiarla, contrastando, invece, ipotesi sciagurate di scissione.

L'AUTOCRITICA SARÀ TARDIVA.So per certo che sono già pronte pagine e pagine di autocritica. Come nell’elenco iniziale ci sarà chi si ricorderà della durezza della battaglia di questi giorni per rimpiangerla di averla combattuta così. Non sarò io a raccogliere queste interviste. So che dopo questa inutile battaglia la sinistra dovrà farne una per disarmare tutti i “signori della guerra”. Il nostro mondo non reggerebbe a una guerra civile prolungata o a un’altra guerra civile. Categoria Italia

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