È finito il sogno dei pentastellati
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Requiem per il movimento 5 stelle? La nuova legge elettorale decisa dal Pd, col patto Renzi-Cuperlo, potrebbe essere l'inizio della fine per il sogno pentastellato.
di Carlo Valentini, Italia Oggi 8.11.2016
Requiem per il movimento 5 stelle? La nuova legge elettorale decisa dal Pd, col patto Renzi-Cuperlo, potrebbe essere l'inizio della fine per il sogno pentastellato. La cancellazione del ballottaggio taglia le unghie ai grillini. Per ora riguarda le elezioni politiche ma probabilmente, domani, anche quelle amministrative. Nelle quattro principali città conquistate dai 5 stelle solo in una, Roma, la candidata di Grillo aveva vinto anche al primo turno. Negli altri casi essi hanno trasformato pesanti sconfitte in clamorosi successi proprio grazie al ballottaggio e quindi alla possibilità di impostare campagne elettorali chiamando a fare muro contro il vincitore del primo turno più che chiedere voti per un proprio programma. Puntualmente si è cementato il fronte anti e sono stati sorci verdi per chi governava prima.
Ne sa qualcosa Piero Fassino che a Torino ha visto Chiara Appendino passare dal 30,9 del primo turno al 54,5 del ballottaggio, stessa sorte per il pidiessino Marco Ruggeri a Livorno, il cui avversario, Filippo Nogarin, in due settimane è passato dal 19,01 al 53%. La strada era stata aperta da Federico Pizzarotti, primo sindaco grillino d'Italia e ora fuori dal movimento per i dissapori con Beppe Grillo, quasi incredulo del salto spiccato nel maggio 2012: dal 19,4 (primo turno) al 60,2% (ballottaggio). Senza il secondo turno nessuno di loro indosserebbe la fascia tricolore. Solo a Roma (in una situazione politica particolare) l'exploit di Virginia Raggi al secondo turno ha confermato una vittoria già ottenuta su Roberto Giachetti al primo responso delle urne.
Al di là dei risultati, il ballottaggio ha i suoi fautori e i suoi detrattori: i primi sostengono che è utile, dopo la dispersione del voto fra (spesso) tanti candidati, arrivare a un confronto diretto e verificare così da che parte sta la maggioranza dell'elettorato, gli altri ribattono che si afferma una sorta di democrazia del no, ovvero si vota contro per impedire che venga eletto chi invece avrebbe il favore della maggioranza relativa degli elettori. I sostenitori di questa seconda tesi plaudono al nuovo Italicum, col premio di maggioranza alla coalizione che prende più voti al primo e unico turno. I 5stelle non sembrano alla portata del primo posto e con questo meccanismo non avranno possibilità di rivincita. E così succederà, in futuro, per i Comuni.
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