I no in testa, ma i sì crescono. In 15 giorni Di Maio ha perso l'1% di popolarità e Renzi ha guadagnato il 3%.

Ora è in testa. Piepoli prevede che vincerà il sì e spiega il perchè

 di Pietro Vernizzi Il Sussidiario.net 2.22.2016

«Matteo Renzi è a favore di se stesso, vuole vincere e basta, mentre non c'è nessuna delle sue controparti nel fronte del No che voglia qualcosa di positivo: tutto ciò che vogliono è la sua fine. O almeno, così risulta. Per questo chi vincerà al referendum, se la gente legge il quesito, saranno i Sì».

È il pronostico di Nicola Piepoli, presidente e fondatore dell'Istituto Piepoli, secondo cui, in questo momento i No sono ancora in vantaggio, ma i Sì sono in risalita.

E la legge di bilancio, con l'abolizione di Equitalia, ha portato altri consensi a Renzi.

Domanda. A quanto sono i Sì e i No al referendum?

Risposta. In questo momento i No sono al 51,5-52% e i Sì al 48-48,5%. Vincono i No, ma i Sì stanno risalendo sia pure in modo marginale.

D. Qual è invece l'andamento del consenso personale del premier?

R. Il consenso di Renzi è risalito del 2% in queste ultime due settimane. In questo momento Renzi ha superato Luigi Di Maio, che invece negli ultimi tre mesi era stato davanti a lui. Di Maio ha perso l'1%, Renzi ha guadagnato il 3%, e quindi ora Renzi è al 35% mentre Di Maio è al 34%. Il presidente del Consiglio si era lievemente oscurato, e adesso è ritornato a brillare di luce propria. L'ultima legge di bilancio ha reso molto in termini di consenso sia a Renzi sia a Sergio Mattarella sia al governo in generale.

D. Che cosa c'è di così decisivo nella legge di bilancio?

R. Per esempio l'abolizione di Equitalia, che secondo l'opinione pubblica è un distruttore di ricchezza. Se il governo abolisse un'Equitalia al giorno leverebbe il medico di torno.

D. Che cos'altro porta in risalita sia i consensi di Renzi sia i Sì al referendum?

R. Renzi è l'unico a mostrare una certa vitalità. A parte il presidente del Consiglio e Mattarella, i consensi di tutti gli altri politici diminuiscono. L'unico a non crescere né scendere è Silvio Berlusconi, che però ha una fiducia al 15%.

D. Quindi i consensi di Renzi crescono perché non ci sono alternative?

R. Esattamente, nella mente degli italiani è meglio Renzi piuttosto che niente.

D. Gli indecisi alla fine come voteranno al referendum?

R. Marginalmente voteranno Sì. Cioè sul totale degli indecisi, il 53% voterà Sì e il 47% No. Questo perché il quesito elettorale è fatto in modo tale che dà forza al Sì. Se la gente legge il quesito referendario alla fine una lieve maggioranza, che è quella che basta per vincere, voterà a favore.

D. Quali altri fattori influenzeranno l'opinione pubblica di qui al 4 dicembre?

R. Il fattore che risulterà decisivo è la positività di Renzi. Uno che si pone senza dare addosso a nessuno, ma che vuole vincere e basta, dimostra di avere un pensiero positivo. Il pensiero positivo rende di più dei pensieri negativi. «Voglio ammazzarlo» per esempio è un pensiero negativo che trasmette un messaggio controproducente. Il No è contro, il Sì è a favore. Renzi è a favore di se stesso, mentre non c'è nessuna delle sue controparti nel fronte del No che voglia qualcosa di positivo: tutto ciò che vogliono è la fine del presidente del Consiglio.

D. Eppure quando attacca D'Alema o Bersani, Renzi non dà prova a sua volta di «pensiero negativo»?

R. Esattamente, e la volta in cui Renzi dà prova di pensiero negativo perde. Infatti la concorrenza all'interno del Pd aumenta. Renzi dovrebbe dire: «Caro D'Alema, sei un meraviglioso eroe. Continua a combattere così». A quel punto lo avrebbe in mano. Sono regole elementari: solo se ami la controparte, quest'ultima ti cade ai piedi. Renzi dovrebbe fare come Socrate nel «Convito» quando vede arrivare Aristofane che lo aveva deriso nelle sue commedie e gli dice: «Benvenuto alla mia mensa, la tua presenza fa onore a noi». Venticinque secoli fa Socrate aveva già codificato queste tecniche, e non si comprende perché non le si applichino adesso.

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