I terremoti hanno reso patetiche le divisioni fatte solo di parole
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La reazione naturale è l'ostilità per le controversie e le polemiche e una spinta perché si agisca in modo convergente, lasciando per tempi migliori le discussioni
di Sergio Soave ItaliaOggi 2.11.2016
Nelle prossime settimane il governo dovrà occuparsi soprattutto delle misure per dare sollievo alle popolazioni colpite dal terremoto e a far approvare le leggi di bilancio che contengono anche i finanziamenti per quelle iniziative. Tutto il resto, compresa la battaglia referendaria, passa in seconda linea e questo può essere un vantaggio per Matteo Renzi. Se si concentrerà sui problemi che assillano una parte dell'Italia mentre i suoi oppositori continueranno a dipingerlo come un futuro dittatore che vuole manomettere le garanzie costituzionali, se darà l'impressione di incarnare uno Stato che si preoccupa delle tragedie nazionali, potrà recuperare almeno una quota della diffidenza che si stava accumulando nei suoi confronti.
Naturalmente non c'è alcuna relazione diretta tra gli argomenti a favore o contro la riforma costituzionale e le scelte che si devono compiere per gestire l'emergenza determinata dai terremoti successivi che hanno colpito l'Italia centrale. Però quello che viene chiamato un po' genericamente lo «spirito pubblico» è mutato in modo netto, soprattutto dopo l'ultima scossa, che ha fatto capire a tutti che si tratta di un evento di dimensioni che superano il carattere locale. La reazione naturale è l'ostilità per le controversie e le polemiche e una spinta perché si agisca in modo convergente, lasciando per tempi migliori le discussioni.
È una reazione elementare ma non priva di una base razionale di semplice buon senso. I soggetti politici, istituzionali e informativi, che seguiranno questa tendenza, magari solo subendola, si troveranno in sintonia con l'opinione popolare più profonda, quelli che cercheranno di contrastarla con polemiche e ritorsioni non troveranno il solito consenso. Naturalmente questo clima non durerà a lungo, ma la coincidenza tra il periodo di attesa fiduciosa nelle iniziative del governo e quello dell'ultima fase della campagna referendaria, finirà per far pesare molto proprio questa esigenza di concordia.
Non è possibile trarre alcun presagio su eventuali cambiamenti dell'orientamento elettorale per effetto di questo clima e sarebbe addirittura indecente volerlo strumentalizzare in un senso o nell'altro. Quello che però sembra evidente è che le esagerazioni e gli eccessi, i toni catastrofisti che sono stati usati finora dalle due parti appaiono insopportabili, proprio perché vengono a confronto con catastrofi vere. Strillare sulle macerie infastidisce tutti, e c'è da sperare che almeno di questo si rendano conto i responsabili politici, se non altro per non perdere quel poco di contatto con lo spirito pubblico che è rimasto loro.