Una manovra che aumenta il debito
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CGIL Camusso, tassate di più il patrimonio
di Marco Bertoncini , italiaoggi 19.10.2016
Scrivi flessibilità, invochi flessibilità, meni vanto della flessibilità, esalti la flessibilità, speri nella flessibilità. Hai voglia: comunque la rigiri, significa una sola cosa. Vuol dire debito: precisamente, maggior debito, da aggiungersi al macigno cumulato. Matteo Renzi ne ha fatto una parola d'ordine, esaltandola come il ritrovato quasi magico per rilanciare l'economia, sistemare i problemi nostrani, risolvere le questioni fondamentali.
Non che prima di lui esistessero ferventi risparmiatori, convinti riduttori di spesa pubblica, persuasi tagliatori di tasse: il più giovane fra i presidenti del Consiglio continua una politica vecchia e decrepita. Percorre la solita, eterna strada intrapresa da decine di governi prima del suo. Si spende di più e poi qualcuno pagherà. Siccome da parecchio si è arrivati a livelli di fiscalismo considerati intollerabili (con eccezioni: Susanna Camusso ed Eugenio Scalfari, per fare due nomi, sono convinti della necessità di tassare ancor più, la prima colpendo non meglio specificati grandi patrimoni e il secondo, prima di una resipiscenza, torchiando i redditi oltre 120 mila euro (peraltro lordi e quindi già ridimensionati ad almeno 60 mila euro), ecco che l'unica soluzione consisterebbe nell'indebitarsi ancor più.
Non importa che le eventuali liti con l'indefinita Europa (quelle delle sempre innominate «fonti» e degli anonimi «tecnici di Bruxelles») riguardino uno zero virgola quasi uno, in più o in meno. Di fatto, dietro ci sta la volontà, o a essere buoni la rassegnazione, d'indebitarci ancor più. Anche quando qualche spesa viene tagliata, non si intende diminuire il carico di spesa complessiva, bensì ci si precipita a crescere altri settori. Le coperture, poi, checché ne dicano Padoan&Renzi, restano incerte, ballerine, variabili, speranzose.