ALT! PURE ZINGALES DECRETA: ''SE L'EUROPA RESTA COSÌ, MEGLIO LASCIARE L'EURO''.

L'ECONOMISTA RASSEGNATO: ''CONTRO L'AUSTERITY È UNA BATTAGLIA PERSA. ALLA GERMANIA CONVIENE, NON MOLLERÀ. E COMPLETARE L'UNIONE MONETARIA E FISCALE È DURISSIMO.

LUIGI ZINGALES

 Eugenio Occorsio per ''la Repubblica'' 25.9.2016

L'ITALIA RISCHIA DI FARE LA FINE DELLA RANA IN PENTOLA'' – 2-SCHAEUBLE INTANTO PENSA SOLO A COLPIRE DRAGHI. E DICE AI SUOI PARLAMENTARI: ''FATEGLI DOMANDE DIFFICILI''

1. "QUELLA CONTRO L' AUSTERITY È UNA BATTAGLIA PERSA"

«Il problema non è qualche punto decimale di flessibilità, ma la vera struttura dell' unione monetaria». Luigi Zingales, economista della University of Chicago, riporta il dibattito sull' austerity al problema centrale per l' Italia, la stagnazione indotta dalla rigidità tedesca. «Senza una politica fiscale comune l' euro non è sostenibile: o si accetta questo principio o tanto vale sedersi intorno a un tavolo e dire: bene, cominciamo le pratiche di divorzio. Consensuale, per carità, perché unilaterale costerebbe troppo, soprattutto a noi».

D. Però da qualche apertura del "falco dei falchi", Wolfgang Schaeuble, era sembrato di intravvedere qualche apertura.

R. «Come tutti i politici, anche Schaeuble è sensibile al ciclo elettorale. Avvicinandosi le elezioni in Germania, è disponibile a ridurre il surplus di bilancio tedesco abbassando le imposte. In più, Schaeuble vuole evitare una crisi in Italia nell' imminenza delle elezioni tedesche, quindi è possibile che sia disponibile a concedere qualche decimale di flessibilità in più per aiutare elettoralmente Renzi. Ma il vero problema non è la flessibilità, bensì la struttura incompleta dell' unione monetaria».

D. Cosa dovrebbe fare l' Italia per sbloccare l' austerity di marca tedesca?

R: «Di certo smetterla di elemosinare decimali da spendere a scopi elettorali rendendosi poco credibile. Dovrebbe invece iniziare una battaglia politica a livello europeo. Dire chiaramente che alle condizioni attuali l' euro è insostenibile. O introduciamo una politica fiscale comune che aiuti i paesi in difficoltà o dobbiamo recuperare la nostra flessibilità di cambio. Tertium non datur.. Il rischio per gli italiani è quello di finire come la rana in pentola: se la temperatura aumenta lentamente non ha la forza per saltare fuori e finisce bollita. Il nostro Paese non cresce da vent' anni. Quanto ancora possiamo andare avanti? Certo, la battaglia per completare l' unione monetaria o scioglierla è tremendamente difficile».

Nel resto del mondo la politica sarà invece più espansiva?

«Sì. Nell' America di Obama lo è già stata e lo sarà ancora di più qualsiasi sia l' esito delle elezioni: con Trump salirà la spesa in sicurezza, armamenti, magari ridurrà le tasse com' è nel suo programma, Hillary sarà più attenta alle iniziative sociali, per i giovani, per le scuole. In ogni caso il deficit salirà. Anche il Regno Unito dovrà espandere il bilancio per contrastare gli effetti di Brexit. E il Giappone di Abe sta usando ogni mezzo per sostenere la domanda interna ».

Perché la Germania rimane una sostenitrice così tenace dell' austerità fiscale?

«Perché le conviene che questa situazione continui all' infinito. È difficile che qualcuno cambi idea se non gli conviene, a meno che non sia costretto a farlo. I tedeschi temono di pagare il conto delle spese altrui e su questo non hanno tutti i torti.. Per questo è necessaria una politica fiscale comune che non sia un semplice trasferimento dal Nord al Sud, ma un meccanismo bilanciato di aiuto reciproco nei momenti di difficoltà. Il ministro Padoan ha fatto bene a lanciare la proposta di un' assicurazione europea sulla disoccupazione: purtroppo questo non sembra essere il tema centrale della politica europea dell' Italia».

2. SCHÄUBLE, PRESSING SUI DEPUTATI TEDESCHI "INCALZATE DRAGHI CON DOMANDE DIFFICILI"

Alessandro Alviani per ''la Stampa''

 Fategli domande difficili e costringetelo a dare delle spiegazioni. Sarebbe questo il consiglio che Wolfgang Schäuble avrebbe dato ai deputati della Commissione Finanze del Bundestag che mercoledì incontreranno Mario Draghi a Berlino, secondo quanto riporta la Bild . Un' interpretazione respinta con decisione da Berlino: nell' incontro a porte chiuse Schäuble ha solo ricordato ai parlamentari la possibilità di porre delle domande al numero uno della Bce, spiegano ambienti del governo tedesco.

Nessun invito a metterlo alle strette, insomma. Ben diversa la lettura che ne dà la Bild , quotidiano che, dopo l' iniziale apertura di credito (memorabile l' elmetto prussiano che la corazzata del gruppo Springer regalò a Draghi all' inizio del suo mandato), non è mai stata particolarmente tenera col capo dell' Eurotower. Alla vigilia dell' incontro di mercoledì, scrive ora il quotidiano, Schäuble inasprisce i toni in direzione del presidente della Bce a causa della sua politica dei tassi zero.

A infastidirlo più volte negli ultimi tempi sarebbero state in particolare le critiche pubbliche di Draghi al surplus commerciale della Germania. Un punto, quest' ultimo, sul quale per giunta torna a intervalli regolari anche il premier Matteo Renzi: accusa Berlino di ignorare le regole europee che imporrebbero un avanzo delle partite correnti non superiore al 6% del Pil (per l' istituto ifo la Germania dovrebbe toccare quest' anno l' 8,9% dopo l' 8,5% del 2015). In fin dei conti è la Bce a provocare un simile surplus, avrebbe ribadito ora Schäuble.

Un' accusa che il ministro aveva già espresso due settimane dopo la riunione informale dell' Eurogruppo e dell' Ecofin.

Nell' incontro coi componenti della Commissione Finanze Schäuble sarebbe andato oltre: Draghi dovrebbe spiegare la sua politica dei tassi zero, io stesso «non sono abbastanza creativo» da poterlo fare, avrebbe sostenuto con una punta di sarcasmo.

Il numero uno della Bce visiterà mercoledì pomeriggio la camera bassa del parlamento tedesco, un appuntamento in programma da tempo. Dopo un colloquio col presidente del Bundestag, il cristiano-democratico Norbert Lammert, Draghi vedrà i parlamentari delle Commissioni Europa, Bilancio e Finanze. Al momento non è previsto alcun incontro con Angela Merkel, che poche ore dopo vedrà in cancelleria il presidente francese Hollande, il capo della Commissione europea Juncker e i Ceo di 20 aziende europee per una cena di lavoro contestata da Renzi.

Nell' ottobre del 2012 Draghi aveva già visitato le Commissioni Europa, Bilancio e Finanze del Bundestag. L' appuntamento seguiva di poche settimane il famoso «whatever it takes» che aveva generato in Germania forti timori di un aumento dell' inflazione. Un incontro di un paio di ore al quale parteciparono allora oltre cento parlamentari e che «ha contribuito molto», come affermò allora Lammert, «a capire un po' meglio sia le preoccupazioni che le intenzioni reciproche».

Gli acquisti dei titoli di Stato proteggono anche i contribuenti tedeschi, spiegò Draghi.

Rassicurazioni che non sono bastate a placare i dubbi in Germania. Alla vigilia della visita di mercoledì Wirtschafts Woche, settimanale spesso vicino alle posizioni dei falchi tedeschi, dedica questa settimana la copertina proprio a Draghi, definendolo «Re senza Stato». Titolo del servizio: «L' europeo solo».

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