Giordano, una catastrofica profezia: "Così molto presto ci estingueremo"

Pubblichiamo Posta Prioritaria, la rubrica in cui Mario Giordano risponde a un lettore di Libero.

Libero 9.5.2016

Caro Giordano, tutto sommato l’elezione del musulmano Sadiq Khan a sindaco di Londra con il 56,8% dei voti potrebbe avere dei risvolti positivi: finalmente capiremo se la tanto osannata integrazione effettivamente funziona e se il multiculturalismo può concretizzarsi in qualcosa che non sia solo disordine sociale. D’altra parte, anche gli Stati Uniti hanno voluto togliersi lo sfizio di eleggere un presidente di colore, salvo poi scoprire che, sotto diversi aspetti, ha fatto peggio di altri.

Maria Cerbelli

via mail

Risposta

Sì, forse può anche essere: se lo conosci lo eviti. O meglio: se lo conosci produci gli anticorpi. Però io sono preoccupato. Non tanto, le dirò la verità, dall’elezione di Khan in sé, di cui so troppo poco per dire se sarà un buon sindaco o no (così come non so dire nulla di più di quello che abbiamo scritto ieri su Libero riguardo le sue simpatie e/o frequentazioni con i circoli degli estremisti islamici, pur essendo lui notoriamente un moderato): quello che mi preoccupa è la lettura in salsa boldriniana che è stata data all’evento. Cioè il trionfo del multiculturalismo, la festa dell’integrazione, la dimostrazione evidente che la collaborazione con l’islam buono non solo è possibile ma dà buoni frutti, e dunque la necessità di inginocchiarci ancora di più davanti allo spadone di Allah. Mi è rivenuto in mente il romanzo Sottomissione di Michel Houellebecq. Credo che sia capitato anche a voi se lo avete letto: ricorderete infatti che la conquista del potere da parte degli islamici, in quel libro, non avviene con la forza o con gli attentati, ma con normali elezioni democratiche. E allora è impossibile non vedere nell’elezione di Khan, e soprattutto nei festeggiamenti che l’hanno circondata, il prodromo di altre possibili elezioni, di altri possibili festeggiamenti e infine della temuta sottomissione finale. Stiamo andando spediti in quella direzione, purtroppo. E la colpa, cara Maria, non è mica di Khan o di quelli che lo sostengono: la colpa è nostra che abbiamo deciso di togliere la fatica a chi vuole ucciderci. Infatti ci stiamo suicidando da soli. Ci stiamo suicidando nel momento in cui anneghiamo la nostra identità, le nostre tradizioni, la nostra cultura, in un confuso melting pot che in realtà è solo una cortina fumogena, utile a coprire l’assalto subdolo dell’Islam. E allora vedere Khan sindaco di Londra sarà un modo per risvegliarci, come spera lei? Temo di no. Anzi ho il sospetto che presto ci abitueremo, sarà una cosa normale. E così faremo un altro piccolo passo verso la nostra totale autodissoluzione.

di Mario Giordano

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