1- ALCUNI PM SBAGLIANO INDAGINI, FANNO DICHIARAZIONI DA MANETTARI, RENDONO PUBBLICHE LE INTERCETTAZIONI,

STRAPARLANO A INCHIESTE APERTE, AL CSM POCO IMPORTA. PERÒ SE GARKO È OGGETTO DI APPREZZAMENTI DA UN PM, BISOGNA INTERVENIRE!''

24 APR 2016 17:34 Dago Spia

2. ESSI': IL CSM, ORGANO SUPREMO DELLA MAGISTRATURA, DEVE STABILIRE SE BARBARA BRESCI, PM DELLA PROCURA DI IMPERIA, ABBIA SUPERATO I CONFINI DELL'OBBLIGO DI CONTINENZA (SIC!). MENTRE OGNI ANNO IN ITALIA 7 MILA PERSONE VENGONO ARRESTATE E POI GIUDICATE INNOCENTI

3. DAL 1992 IL TESORO HA PAGATO 630 MILIONI DI EURO PER INDENNIZZARE 25 MILA VITTIME DI INGIUSTA DETENZIONE, 36 MILIONI LI HA VERSATI NEL 2015 E ALTRI 11 NEI PRIMI TRE MESI DEL 2016

La continenza sai è come il vento... Le nostre toghe sono chiamate ad attenersi al principio di continenza e guai a chi sgarra! Un sacrosanto principio, vien da dire. La continenza è il grado iniziale della temperanza, è moderazione nel soddisfacimento dei piaceri, è il dominio di sé nell' istinto sessuale. Veramente, in sede di diritto, significa una cosa più tecnica, ma sono quisquilie. Continenza è continenza.

Veniamo al punto: il Csm, organo supremo della magistratura, deve stabilire se Barbara Bresci, pm della Procura di Imperia, abbia superato i confini dell' obbligo di continenza. Tutta colpa di Garko, il fascinoso interprete delle soap . La Bresci, titolare dell' inchiesta sull' esplosione nella villa in cui Garko alloggiava nel febbraio scorso, in vista del Festival di Sanremo, si è lasciata andare su Facebook ad alcuni apprezzamenti: «Era bello? L' hai guardato anche per me?», le chiede un' amica. «Eccome...». E poi: «Ti sei rifatta gli occhi?». «Sì». Tanto è bastato perché il Csm aprisse un procedimento disciplinare.

Che alcuni pm sbaglino indagini, facciano dichiarazioni da manettari, rendano pubbliche le intercettazioni, straparlino a inchieste aperte, al Csm poco importa. Però se un attore è oggetto di apprezzamenti, bisogna intervenire! Non si sa mai: che davanti a Garko alla pm siano tornate in mente le parole di Sant' Agostino, «dammi la castità e la continenza, ma non ora»?

2. OGNI ANNO IN ITALIA 7 MILA PERSONE ARRESTATE E POI GIUDICATE INNOCENTI

tratto da La Stampa – di Andrea Malaguti

«Credevano che fossi il Padrino e non un uomo perbene. Così in attesa dei processi ho fatto 23 giorni di galera e un anno e mezzo ai domiciliari. Dopo di che mi hanno assolto con formula piena in primo grado, in appello e in cassazione. Eppure non è finita».

Secondo la Procura di Palermo, Francesco Lena, ottantenne imprenditore di San Giuseppe Jato, titolare dello spettacolare relais Abbazia di Sant' Anastasia nel parco delle Madonie, era un prestanome di Bernardo Provenzano. Così cinque anni e mezzo fa, all' alba, le forze dell' ordine hanno bussato alla sua porta: «Venga con noi». «È per il permesso di soggiorno del ragazzo che sto assumendo?».

«No, mafia». La moglie è sbiancata, lui si è sentito mancare e il suo mondo è andato in pezzi.

Che cosa è successo da quel momento in avanti? «Mi hanno massacrato, trattandomi come il colletto bianco della cosca dell' Uditore e io l' Uditore non so neanche dove sia». Gogna mediatica e custodia cautelare in attesa di tre gradi di giudizio che avrebbero stabilito la sua innocenza, un destino paradossalmente non insolito.

«Ogni anno settemila italiani vengono incarcerati o costretti ai domiciliari e poi assolti. Una parte di questi si rivale contro lo Stato, che mediamente riconosce l' indennizzo a una vittima su quattro», spiega l' avvocato Gabriele Magno, presidente dell' associazione nazionale vittime degli errori giudiziari «Articolo643».

Lo Stato sbaglia, dunque. E sbaglia tanto. Almeno a guardare i numeri del ministero della Giustizia. Dal 1992 il Tesoro ha pagato 630 milioni di euro per indennizzare quasi 25 mila vittime di ingiusta detenzione, 36 milioni li ha versati nel 2015 e altri 11 nei primi tre mesi del 2016.

E se la politica - come ha fatto il presidente del Consiglio Matteo Renzi - non rilanciasse il tema ambiguo dei «25 anni di barbarie giustizialiste» (parla alle procure, ai media, ai suoi colleghi o a tutti e tre?) e la magistratura non sostenesse - coma ha fatto il presidente dell' Anm Piercamillo Davigo - che «la presunzione di innocenza è un fatto interno al processo e non c' entra nulla con i rapporti sociali e politici» e che «i politici rubano più di prima solo che adesso non si vergognano più», sarebbe più facile capire se questi numeri siano la fotografia di una debolezza fisiologica del sistema o una sua imperdonabile patologia.

Categoria Giustizia

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