Lo scambio di toghe al Csm non ha niente a che fare con la meritocrazia
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Unicost voterà Greco a Milano, ma solo se il suo capocorrente sarà eletto procuratore a Bologna
di Redazione | 26 Aprile 2016 ore 11:00 Foglio
Roma. Manovre al Csm, trattative, negoziati, allusioni, scambi (che poco hanno a che vedere con il merito o la competenza) sulla nomina del procuratore della Repubblica di Milano. E i giochi, salvo sorprese, sembrano fatti. Unicost, un tempo correntona del centro ma oggi poco più o poco meno di una lobby di potere interna alla magistratura organizzata, il 14 aprile è riuscita con una manovra stigmatizzata anche dall’interno del mondo delle toghe, astenendosi cioè dall’esprimere una preferenza nella quinta commissione del Csm, a far pesare ovvero a mettere sostanzialmente all’asta il suo voto finale, in plenum, per la procura di Milano. Chi offre di più? A quanto pare Unicost astenendosi tiene sotto controllo Area, corrente un tempo di sinistra e oggi (come Unicost) poco più o poco meno di una lobby di potere slegata da programmi seri e da coerenti indirizzi di cultura giuridica. Perché in ballo, oltre Milano, ci sono anche l’ambita procura di Bologna (Catania è di fatto già assegnata al reggente Carmelo Zuccaro) e la procura generale di Firenze e su questi due uffici si è concentrata la partita di Unicost. In particolare su Bologna.
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Ma andiamo con ordine. Dal 16 novembre dell’anno scorso c’è da nominare il procuratore della Repubblica di Milano, i candidati in corsa sono sostanzialmente tre, e tutti degnissimi: Francesco Greco, famoso pm che fece parte del pool di Mani Pulite ed è oggi stella delle indagini finanziarie, Alberto Nobili, magistrato poco amante dei riflettori e guida per otto anni dell’antimafia milanese, e infine Giovanni Melillo, già procuratore aggiunto di Napoli e capo di gabinetto del ministro della Giustizia Orlando. Dieci giorni fa il voto in commissione, e l’astensione “strategica” di Unicost.
Il 14 aprile si è espresa la quinta commissione del Csm: Greco ha ricevuto tre voti (due da Area e uno laico di centrosinistra), Nobili uno (da MI), Melillo uno (dalla consigliere Casellati, laica di centrodestra). Solo Unicost, con il togato Forciniti, si è sorprendentemente astenuta conquistando così, in previsione del plenum (che potrebbe essere a fine maggio) un’inaspettata centralità. Il Csm è infatti composto da 26 membri. I 7 di Area votano Greco, come pure Aldo Morgigni della corrente di Davigo e come, probabilmente, i laici Balducci, Balduzzi e Zaccaria e Fanfani mentre il vicepresidente Legnini, per tradizione si asterrebbe. I giochi sono ancora incerti per Greco ma se anche i 5 consiglieri di Unicost (ne bastano tre) votassero Greco, sarebbe fatta. E Unicost lo sa. Dunque si è astenuta in commissione, e ha iniziato trattative che non hanno niente a che fare con Milano, né con le qualità, indiscusse, di Greco.
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