Raffaele Cantone contro Davigo: "Tangentopoli ha fallito, le manette da sole non bastano"
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"L'idea che tutto si risolva con le manette è stata smentita dai fatti". Arriva dal magistrato più famoso d'Italia, Raffaele Cantone, la critica più dura alle parole del presidente dell'Anm Piercamillo Davigo.
Libero, 23.4.2016
Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente dell'Anticorruzione "processa" la linea manettaro-giustizialista dell'ex toga di Mani Pulite: "La repressione da sola non funziona. Colpisce ex post, spesso in modo casuale, sempre quando i danni sono già fatti. La prevenzione ha tempi più lenti. Ma
nei Paesi del Nord Europa, dove la corruzione è bassissima, ha funzionato". Da smontare, sostiene Cantone, è anche l'impostazione alla Savonarola di Davigo: "L'idea che ci sia un mondo tutto pulito, la magistratura, e un mondo tutto sporco, la politica e la burocrazia, è comoda da vendere come fiaba; ma è falsa. La magistratura è fatta al 99 per cento di persone perbene, ma le mele marce ci sono; come ci sono persone perbene in politica".
Tangentopoli ha fallito - Davigo sostiene che rispetto al 1992-93 oggi le cose sono peggiorate, che i politici rubano alla luce del sole, sfacciatamente, senza più cercare di nascondersi. "Io non accetto questo pessimismo cosmico - ribatte Cantone -. È vero che Tangentopoli non sradicò la corruzione, che è continuata come un fiume carsico. Ma ora vedo molte persone che vogliono provare a uscirne. E pensano che la soluzione non sia solo la repressione, che la ricetta non sia solo la stessa del 1993, che all'evidenza ha fallito. Uno non può ripetere le stesse cose a distanza di anni, e dire che è sempre colpa degli altri se le vecchie ricette non hanno funzionato".
"I pm non devono salvarci" - Cantone punta il dito anche contro la magistratura: "Ha meriti eccezionali ma sarebbe scorretto non evidenziare che certi meccanismi organizzativi non funzionano. A tante persone che vengono in contatto con il sistema giustizia - non gli imputati; i testimoni, le parti lese - non ne darebbero questi giudizi entusiasti. Ci sono testimoni che sono andati dieci volte ai processi e dieci volte sono stati rimandati indietro. Ci sono uffici giudiziari che danno risposte, e altri che non lo fanno. Ripeto: io amo la magistratura. Ma ho un'idea diversa del suo ruolo". L'attacco poi si fa personale: "Davigo pensa che sia l'unico a poter risolvere i problemi. Non condivido una visione autoreferenziale e salvifica. La magistratura non deve salvare il mondo; deve accertare i reati penali e decidere i processi civili. In nessun Paese del pianeta ha il monopolio nelle questioni di legalità; altrimenti finisce per esercitare una funzione di supplenza nei confronti della politica".
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