Populismo penale. L’inasprimento delle pene voluto dal governo fa tanto share, ma non risolve niente

Il carcere è soltanto la scorciatoia di chi pensa di coprire con gli slogan la propria incapacità di affrontare alla radice i mali che via via emergono nella società.

20.9.2024 Davide Faraone, linkiesta.it lettura3’

Prevenire il problema invece che curarlo con interventi estemporanei non è tra i piani di questa classe dirigente

Nel ddl pseudo sicurezza approvato ieri alla camera si introducono ventiquattro fra nuovi reati e inasprimenti pene. L’escalation è impressionante: 633, 633 bis, 634, 634 bis. Sono gli articoli del Codice Penale che disciplinano e disciplineranno, ad esempio, il reato di occupazione abusiva di alloggi, terreni, box, in generale i beni immobili.

Non è ancora finita la legislatura e già la maggioranza è intervenuta due volte con i bis. Appena entrato in vigore, esattamente dal 30 maggio 2023, il nuovo articolo 583-quater del Codice Penale che rafforza il contrasto alle lesioni personali ai danni dei sanitari innalzando la pena detentiva fino a sedici anni, dopo le aggressioni di Foggia, il Ministro Schillaci, annuncia un bis, un nuovo decreto legge che prevede l’arresto in flagranza per chi aggredisce il personale sanitario.

Potrei continuare con gli esempi, mi fermo a questi due. Dall’inizio delle legislatura l’elenco è in continuo aggiornamento: rave illegali, aumentate le pene fino a sei anni, traffico di migranti fino a trent’anni, violenza di genere fino a cinque anni, violenza contro il personale scolastico, aumentate le pene fino a sette anni, omicidio nautico fino a dieci anni, reato universale di gestazione per altri fino a due anni, incendi boschivi, aumentate le pene fino a sei anni di carcere.

E poi istigazione all’anoressia, proposta reclusione fino a quattro anni, istigazione alla violenza sui social, proposte pene fino a cinque anni. Acquisto di merce contraffatta, proposte pene fino a un anno. Truffa ai danni di soggetti minori o anziani, proposte pene fino a sei anni. Baby gang, pene più severe per i minorenni, fino a cinque anni per spaccio.

Ogni volta che accade qualcosa che finisce nelle prime pagine dei giornali si interviene con una modifica del codice penale: non costa nulla e fa molto share.

Come se finora le nostre leggi non consentissero interventi e pene anche dure e soltanto per rispondere a qualche imbecille che predica l’impunità per chi occupa una casa o imbratta i monumenti. Sono arrivati loro, gli unici che si siano accorti delle storture della società e che abbiano pensato di raddrizzarle tutte col carcere o quando il carcere è già previsto con l’inasprimento della pena.

Se non mandi il bambino a scuola, non ricevi una visita dell’assistente sociale ma di un poliziotto che ti mette le manette. Se imbratti i muri o blocchi una strada per protesta, non vieni mandato a pulire i giardinetti, invitato a pagare una multa salata, ti mettono direttamente in cella con un pluriomicida. Tutti i mali della società vengono puniti nelle strutture carcerarie che dovrebbero rieducare e che così malmesse e stracolme incattiviscono e shakerano le donne e gli uomini che si imbattono in un reato, un pluriomicida con chi fuma una canna, un ergastolano con chi per protesta siede sui binari in una stazione.

Tutti in carcere, tutti delinquenti allo stesso modo, come canta De Gregori: «Tutti sono uguali, tutti rubano nella stessa maniera. Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera». Sì, il carcere è soltanto la scorciatoia di chi pensa di coprire con il populismo penale la propria incapacità di affrontare alla radice i mali che via via emergono nella società.

Costa di più stanziare risorse per far funzionare i pronto soccorso assumendo medici e infermieri, ridurre le liste d’attesa, per presidiarli con la forza pubblica, per sensibilizzare i cittadini al rispetto del personale sanitario, che intervenire sul Codice Penale per un reato già esistente. Vi risulta che prima dell’arrivo della Meloni al governo, qualcuno potesse entrare in ospedale e picchiare un medico e se denunciato restare impunito?

E poco importa poi se chi pensa al carcere come panacea di tutti i mali proponga l’impunità per una donna che subisce uno scippo e passa e ripassa con la sua automobile sul corpo dello scippatore fino alla sua morte. In questo caso fa più audience spendere un paio di post a favore di chi procura un omicidio, se poi il ladro è pure un immigrato, ancora di più.

Aumentare le pene è un modo molto semplice per ottenere titoli dei giornali, trasmissioni televisive, spazi nei telegiornali, evita di investire tempo e risorse per una seria prevenzione che costa sicuramente molti più sacrifici, ma porterebbe sicuramente risultati più duraturi nel tempo.

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