FESTA DELL'OTTIMISMO. Mantovano: "Hamas apripista della Jihad. I giudici si limitino ad applicare le leggi"
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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è intervenuto all'evento del Foglio a Firenze: "Vietare le manifestazioni filopalestinesi? Bisogna valutare caso per caso"
14 OTT 2023 ilfoglio.it lettura 3’
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"L'attacco terroristico sferrato da Hamas non ha come obiettivo soltanto Israele, che già è una cosa grossa. La posta in gioco è più elevata: essere apripista del jihadismo". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza de Consiglio Alfredo Mantovano, intervenendo alla Festa dell'Ottimismo organizzata dal Foglio a Firenze. "L'errore è stato quello di ritenere che dopo la sconfitta dell'Isis, nel 2017, la partita fosse finita. Ecco perché non possiamo avere l'atteggiamento di chi dice 'non sono fatti miei'. Se vuoi il monopolio del jihadismo fai un appello che non conosce confini. La solidarietà a Israele è qualcosa che va oltre la vicinanza. La guerra si combatte su confini molto più ampi".
Secondo Mantovano, lo sforzo per difendere Israele, quindi, ci riguarda molto da vicino. "Guardando a questo scenario più ampio, il lavoro che stanno svolgendo le diplomazie occidentali è fare in modo che la lotta al terrorismo che Israele sta combattendo eviti contraccolpi per tutti", ha detto. Ma c'erano avvisaglie rispetto a quello che Israele stava per subire? "Errori ce ne sono stati tanti. Ci siamo dimenticati del jihadismo fino a una settimana fa. C'è stato un colpevole silenzio. Di solito il silenzio si accompagna al sonno delle opinioni pubbliche. Può darsi che la mancanza di attenzione generalizzata una sua incidenza l'abbia avuta. Ora il risveglio è stato molto brusco, ma l'auspicio è che sia un risveglio completo. L'attacco non è come tutti gli altri, ha una matrice religiosa. Forse varrebbe la pena recuperare quella lezione che Benedetto XVI tenne a Ratisbona: ha ancora tanto da dirci".
Qual era il messaggio cardine di quella lezione? "Che non esistono steccati invalicabili, si può trovare un radice comune nella ragionevolezza. La fede non si impone con la spada. Molti dei paesi che oggi hanno una prevalenza di confessione islamica non sono distanti da questa prospettiva, Tutto questo va coltivato", ha argomenttato ancora il sottosegretario.
Passando invece alle questioni interne: com'è cambiato il livello di allerta in Italia dopo l'attacco di Hamas? "Oggi la dimensione dell'attacco è molto più complicata da capire perché può prevenire da singoli che si indottrino online e poi decidono di passare all'azione. Ci sono reparti che seguono l'apologia del terrorismo, ma è un lavoro difficilissimo perché non affronti un fiume in piena ma mille rivoli, Eì un lavoro complesso che oggi vede ancora più concentrate le forze di polizia. Ma è un pericolo sempre valutato e seguito", ha spiegato Mantovano.
In Francia e Germania hanno adottato precauzioni contro il terrosimo, vietando manifestazioni pro Palestina. L'Italia farà lo stesso? "La domanda va fatta al ministro Piantedosi. Una delle cose che ho imparato è che l'attività di polizia più difficile in assoluto è l'ordine pubblico, perché è un'attività che deve tener conto di mille variabili, che cambiano sempre. Probabilmente come l'Italia ha fatto finora, è più prudente fare una valutazione caso per caso, senza stabilire regole che valgono per tutti. I confini sono la libertà di manifestare, costituzionalmente garantita, e l'apologia del terrorismo. Sono confini non così netti e verificabili prima. Ogni manifestazione va giudicata nella sua specificità. E' un lavoro molto più difficile ma è sperabile che dia risultati", ha detto a tal proposito Mantovano.
Nel mezzo di una crisi migratoria, gli sbarchi possono essere un veicolo di minaccce terroristiche? "Dal primo gennaio sono arrivati in modo irregolare 130mila migranti. In Mali, Camerun e Burkina Faso si è intensificato il jihadismo. In questo contesto l'incentivazione dei flussi migratori diventa uno strumento di pressione del jihadismo nei confronti dell'Europa. Non rispondo sì, no. C'è da fare un ragionamento articolato. Il Decreto flussi con proiezione triennale cerca di dare delle risposte", ha detto ancora l'esponente di governo.
Un ultima domanda sulla giustizia. Il magistrato Guido Salvini ha scritto che un magistrato non va a una manifestazione degi antagonisti. Come si fa a fidarsi di un giudice che non sembra imparziale? "Il paradosso è che i giornali italiani oggi riportano cinque minuti di un intervento che ho fatto ieri a Palermo. Ho detto che il giudice deve applicare la legge, non inventarla. Che questa cosa faccia notizia dovrebbe preoccuparci", ha risposto Mantovano. Che sulla questione delle ordinanze che vanno in contrasto della legislazione del governo, ha aggiunto: "Le distorsionI delle norme di asilo fanno male agli stessi asilanti. Si provoca un allungamento dei tempi di chi ha titolo e potrebbe essere integrato. Lasciamolo alla valutazione della politica e lasciamo alla giurisdizione ciò che gli è proprio".
A propositi della prossima legge di Bilancio, invece, Mantovano ha detto: "Quello che adesso ci deve vedere impegnati è recuperare uno sguardo di prospettiva. Non dobbiamo essere sciacciati dall'emergenza, avendo avanti un periodo congruo si può fare qualcosa di prospettiva. Ad esempio il piano per l'Africa che c'è, non è scomparso".