Lega, Governo, elezioni, guerre interne e nel mondo
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E’ vero. Non scriviamo bene, ci manca il sapere letterario e
non abbiamo le ali per volare. Ma sui contenuti non siamo male. Alla fine, per giustificarci, siamo anche noi figli di questo mondo, il prodotto di questa società incasinata,politicamente giacobina e provincialotta, con un po’ di esperienza raccolta dai tanti errori compiuti nella nostra vita.
Guardiamoci attorno. Il segretario della Lega di San Pietro di Feletto richiama alla guerra i propri iscritti e simpatizzanti come ai bei tempi senza spiegare cosa è successo dalla fine del Governo a oggi e dove sembra siano passati per caso, per bere un aperitivo e fare quattro chiacchere e quindi senza responsabilità di quanto successo; senza dire perché prima erano con uno e ora.. non si sa. Se con Tosi o Zaia già divisi in regione 50 e 50 in guerra costante. Con Tosi che, secondo le buone regole italiane, per crescere bisogna avere l’appoggio dei poteri forti, nel caso i bancari e così sta facendo trasformando la Lega simile agli altri partiti si perché ora la protesta passa a Grillo il quale, come ha detto Maroni, sembra la Lega dei primi tempi. Addosso al Governo, a Roma sono le “nuove” parole d’ordine e già vecchie. Maroni intanto si propone candidato alla regione Lombardia visto che al governo la Lega non avrà più i voti per governare a Roma.
Partiti, movimenti , leader e alleanze nascono e spariscono. Ora la sinistra non guarda più a Casini ma al movimento di Montezemolo che sta per assorbire il movimento di Oscar Giannino “Fermare il declino” che sembrava il nuovo. Aspettiamo, verrà?, la lista di Monti, la nuova legge elettorale che fotograferà la situazione reale: nessuno di destra o sinistra supererà il 40 % dei voti, a parte il partito di chi non vota che sarà la nuova maggioranza purtroppo, per cui dovrà uscire un governo di grande coalizione che probabilmente, dietro le quinte è già fatto ma forse con Draghi premier e non Monti che andrà, forse, a sostituire Napolitano. Intanto non c’è più ritegno: Amato, il politico “più pieno” di pensioni e incarichi, propone una nuova élite di remunerati a carico pubblico definiti gli “esodati politici, ovvero quei parlamentari che non saranno più eletti e rimarranno senza lavoro.
Non ci interessano le notizie per le quali la Francia potrebbe andare in crisi più dell’Italia creando uno sconquasso in Europa e la Germania comincia a patire la crisi economica mondiale.
Non ci interessa che Israele abbia richiamato 30.000 riservisti, non 3.000 o 200, perché accerchiata e attaccata dai suoi nemici tradizionali, e che si dia per imminenti un attacco anche via terra ad Hamas in Gaza che sta “missilando” Tel Aviv con razzi e poi magari contro l’Iran che vuole che Israele sparisca dalla terra. La situazione siriana si trascina e non intravvediamo la soluzione e intanto la gente muore sotto i bombardamenti senza fare notizia e i pacifisti sono spariti tanto per dire quanta politica ideologica si annidava in quel movimento tanto che le morti non sono tutte uguali.
Intanto Grillo chiama a raccolta tutti i movimenti protestatari, bellicosi o no, e punta ad ottenere un risultato elettorale importante: e per raggiungerlo, poi si vedrà cosa fare, ogni consenso utile a quel fine è benvenuto e la protesta in Italia e non solo, oggi nessun partito tradizionale è attrezzato a fermarla.
Fermiamoci qui e riflettiamo su come reagire, ritrovare fiducia in noi stessi e nella democrazia, riferimenti positivi e su questo noi ci siamo sperando di ricevere altri consensi di chi ci segue. OPACT , 16,11