La FIAT ha replicato alla Fiom -commenti
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Giuliano Cazzola economista esperto di diritto del lavoro e
deputato Pdl, un magistrato può decidere chi assumere in un'azienda?
«Gli organici non sono come un elastico, ogni azienda ha le proprie necessità. Il giudice non avrebbe dovuto intervenire nel merito ma eventualmente limitarsi a condannare la Fiat per comportamento antisindacale. La situazione di Pomigliano è testimonianza della tendenza a ingerire in tutti i rapporti sociali di una magistratura che si crede arbitra di tutto».
Per Marchionne la messa in mobilità dei 19 operai che dovranno far posto ai colleghi della Fiom era l'unica soluzione?
«Ritengo che la Fiat non abbia completato i suoi organici. Avrebbe potuto aspettare anche l'ultimo grado di giudizio prima di prendere una decisione definitiva. Siccome è una guerra: alla provocazione della sentenza si è reagito con una misura ritorsiva».
Cosa pensa del comportamento del governo nei confronti della Fiat?
«Il governo sta adottando una linea prudente. Ha fatto bene a occuparsi degli investimenti di Fiat e a ottenere la conferma della presenza in Italia del gruppo torinese. Ha fatto altrettanto bene a non intromettersi troppo in un rapporto privato come quello tra la Fiat e la Fiom». Il Giornale, 2..11
Il provvedimento che obbliga la Fiat a riassumere 19 dipendenti con la tessera FIOM-CGIL e altri 126 in attesa "è leggittimo per la legge italiana ma inappropriato e in qualsiasi altro occidentale non sarebbe andata così. Tutti i giornali parlano di rappresaglia mentre l'economista del lavoro Carlo Dell'aringa parla di "ennesimo intervento giudiziario come rimedio al di fuori dell'utilizzo delle relazioni industriali". Pietro Ichino senatore del PD e noto giuslavorista italiano dice che " non c'è rappresaglia e questa sentenza va collocata in un conflitto che dura da 2 anni. Marchionne sta cercando di praticare un modello all'americana di relazioni industriali tutt'altro che illeggitimo.E' una cultura italiana refrattaria all'esperimento Marchionne. è incluso il tentativo di negare il pluralismo dei modelli di relazioni industriali e vale anche per la Confindustria che vede a rischio il suo monopolio di rappresentanza". Accuse fra Fiat e Fio ma questa ha fatto la guerra alla Fiat fin dalla primavera del 2010 e non ha voluto firmare gli accordi che gli altri sindacati hanno invece firmato. Insomma siamo indietro su tutto in Italia e non c'è volontà di riformare e modernizzare. Dietro a tutto questo c'è nel paese uno scontro sullo assetto storico del capitalismo italiano come storicamente avviene nei momenti di crisi. Opact