Le riforme bloccano anche Monti
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Il governo Monti doveva modernizzare l’Italia intervenendo nelle nicchie di interessi
costituiti, caste comprese, lavoro e sindacati, sperperi di denaro pubblico; diminuire la spesa per non aumentare le imposte. Avvicinarci alla Germania e altri paesi meno statalisti. Sembrava che eletto Monti lo spread, alto e all’insù per colpa di Berlusconi si diceva, dovesse diminuire. La realtà la vediamo tutti: lo spread è ai livelli che prima si dicevano proibitivi e insostenibili dimostrando che i problemi erano altri e sovranazionali; le imposte sono aumentate e adesso che si tende a diminuire la spesa pubblica, riformare il lavoro che ha regole introvabili in altri stati, a turno componenti della società insorgono e nessun vuol essere “riformato”. Sul lavoro è insorta la CGIL più degli altri avendo le sua base fra i metalmeccanici; sulla diminuzione della spesa pubblica insorge la CISL che ha la sua base elettorale nel servizio pubblico; il settore giustizia non si tocca; le alte pensioni si ma non ora e non molto. Insomma se Monti non vuole avere contro nessuno dovrebbe lasciare tutto com’è ma per farlo occorre la IMPOSTA PATRIMONIALE e non basta l’IMU. Insomma avanti con gli sprechi, benefici per pochi e per altri la cassa integrazione, perdita di lavoro. Fra le cose che non pensavamo di vedere più: un giudice che impone alla Fiat di assumere 145 persone con la tessera CGIL-Fiom (e quelli senza tessera?) Debbono iscriversi a un sindacato per avere un lavoro?); la Cisl Bonanni che propone di far pagare a tutti l’abbonamento Rai, anche a quelli che non posseggono la TV, nelle cartelle esattoriali e, bontà sua, propone di far entrare i sindacati, ancora, a mo’ di garanzia degli utenti ,nella Direzione RAI-TV! C. Conte 3.7.2012