L’occasione di Mogherini
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L’interesse in Libia va oltre l’Italia. Come si crea una regia europea
di Redazione | 17 Febbraio 2015 ore 06:18 Foglio
Messa nell’angolo sull’Ucraina, sulla Libia Federica Mogherini ha un’occasione unica per dimostrare che l’Unione europea può essere un attore globale. La reazione ai primi bombardamenti egiziani contro lo Stato islamico sul territorio libico non è in realtà incoraggiante: ieri l’Alto rappresentante ha parlato al telefono con l’inviato speciale dell’Onu, Bernardino León, e il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, per “coordinare” i prossimi passi. La sua portavoce ha ribadito che Mogherini sostiene i colloqui tra le milizie libiche, perché una “soluzione politica” è la precondizione per sconfiggere i terroristi. Nel momento in cui l’Italia chiede un intervento sotto bandiera Onu, il ritornello del “coordinamento”, del “dialogo” e del “non c’è soluzione militare” non basta più. L’urgenza della situazione in Libia richiede leadership e determinazione per perseguire un interesse che va ben oltre quello dell’Italia.
Sull’Ucraina, l’Europa dell’est è insospettita dall’entusiasmo di Mogherini per Minsk 1, Minsk 2 e qualsiasi dichiarazione di Mosca lasci intravvedere un’apertura. Ma alcune critiche sono ingiuste: se Mogherini non era a Minsk con Angela Merkel e François Hollande, è perché l’Alto rappresentante è il portavoce di un blocco diviso sulla Russia. Sulla Libia, invece, gli equilibri europei sono diversi. Per geografia, interessi e cultura pacifista, la Germania si disinteressa al Mediterraneo. Lo spazio per un’iniziativa maggiore c’è, a condizione che Mogherini lo voglia occupare: potrebbe iniziare convocando un vertice straordinario sulla Libia. In fondo, se Matteo Renzi ha inviato Mogherini a Bruxelles è anche per far cambiare verso geografico all’Europa.