La strategia delle mezze misure
- Dettagli
- Categoria: Firme
Obama vuole un’operazione a termine contro l’Is. Il “modello Yemen”
di Redazione | 12 Febbraio 2015 ore 06:28 Foglio
La Casa Bianca ieri ha inviato al Congresso la proposta di legge per autorizzare formalmente la missione militare americana in Siria e Iraq contro lo Stato islamico. E’ in gran parte una sanzione dell’esistente, ché l’uso della forza è iniziato mesi fa: l’Amministrazione aggiunge soltanto un’autorizzazione limitata per le operazioni speciali di terra, e il dato più importante diventa così che ancora una volta la Casa Bianca a guida democratica pone un limite che definisce in anticipo la durata dell’impegno americano. Tre anni, e poi tutti a casa, il che è un po’ come lanciare un messaggio al califfo per dirgli che deve resistere ancora per poco, e poi sarà come in Afghanistan, come nello stesso Iraq, gli americani se ne andranno e i terroristi avranno mano libera.
E’ la politica obamiana delle mezze misure, che terrorizza gli alleati che tra tre anni saranno lasciati soli sul campo, ed è la stessa leggerezza che ha contribuito al disastro dello Yemen. Fino a pochi mesi fa Sanaa era indicata come un modello di stabilità e di successo delle strategie di antiterrorismo dell’America, ma nelle scorse settimane lo Yemen ha subìto un colpo di stato da parte dei ribelli sciiti Houthi, e la situazione nel paese è diventata a tal punto critica che l’ambasciata americana nella capitale è stata costretta a chiudere, distruggere le armi e i documenti e fuggire prima che gli houthi arrivassero e si impadronissero del resto. E’ così che funziona la strategia obamiana: abbandonare il campo prima del tempo, e avvertire prima di farlo, in modo che i nemici si preparino.