Tra Renzi e Salvini. Dove va Forza Italia?
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Che senso ha la strategia di Berlusconi? Che senso ha spostarsi sulla strada del Matteo di Milano piuttosto che sulla strada del Matteo di Firenze? E’ solo tattica o c’è qualcosa di più?
di Claudio Cerasa | 10 Febbraio 2015 ore 13:18 Foglio
Che senso ha la strategia di Berlusconi? Che senso ha spostarsi sulla strada del Matteo di Milano piuttosto che sulla strada del Matteo di Firenze? E’ solo tattica o c’è qualcosa di più? Berlusconi, come abbiamo già scritto più volte negli ultimi giorni sul Foglio, vive seguendo due precisi istinti politici. Da una parte c’è la pancia, che gli suggerisce di spostarsi verso la Lega. Dall’altra c’è la testa, che gli suggerisce di non allontanarsi troppo da Renzi per evitare di consegnare al presidente del Consiglio quel pezzo importante di voti ed elettori moderati che Forza Italia può contendere al Pd solo a condizione che non esca dal perimetro delle riforme. Una strada in teoria esclude l’altra ma Berlusconi ha scelto di seguirle entrambe. Senza rompere ancora il patto, semmai annunciando di farlo nel caso in cui le riforme non dovessero essere ricontrattate con Forza Italia, e vedrete che alla fine la legge elettorale verrà votata dai parlamentari del Cav. E provando a giocare una partita di questo tipo.
Potremmo sintetizzarla in tre punti. Primo punto: rivedere il patto con Renzi, a condizioni più favorevoli per Forza Italia. Secondo punto: non regalare alla Lega Nord quel bacino di voti in uscita dal mondo del 5 stelle e avvicinarsi a Salvini in vista delle prossime regionali. Terzo punto: ricucire il più possibile con Ncd per far sì che alle prossime elezioni, quando saranno, nasca un nuovo listone, con un nuovo predellino, in cui siano contenuti Forza Italia ed Ncd. In questo quadro, naturalmente, Berlusconi ha due obiettivi. Il primo obiettivo è quello di costringere il Pd a non avere i numeri per fare le riforme, e dunque andare a votare a maggio con il Conslutellum. Il secondo obiettivo è invece di riscrivere il patto con Renzi in un modo più esplicito e più chiaro: attirando verso Forza Italia il numero maggiore possibile di senatori per poi costringere Renzi a chiedere a Forza Italia di fare un governo insieme. Questo il piano del centrodestra. Ed è un piano che risponde a una logica precisa: se Renzi ha almeno tre maggioranze con le quali fare le riforme, Forza Italia deve avere almeno altrettante opzioni per organizzare la sua opposizione seguendo più strade possibili. Il patto per ora trema, forse non c’è. Ma l’obiettivo di Forza Italia, paradossalmente, è proprio quello di costringere Renzi a trasformare il patto momentaneo in qualcosa di più.