"I Boko Haram non si fermano con Ave Maria

e acqua santa". Sull'uso dell'esercito e delle armi per fermare i Boko Haram, i terroristi islamici che da tre anni seminano morte e terrore nel nord della Nigeria, il vescovo cattolico di Abuja non ha dubbi.

Gian Micalessin - Mar, 10/02/2015 - 08:04 Il Giornale

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"Io non auspico l'uso delle armi, ma se ti trovi davanti un Boko Haram come pensi di fermarlo con un Ave Maria? O con l'acqua santa? Loro sono armati, pronti a sparare e ad ammazzare persone innocenti.

Chiedere di fermarli è in linea con il principio morale cattolico che impone di fermare un aggressore ingiusto".

Quando gli chiedi se giustifichi l'uso dell'esercito e delle armi per fermare i Boko Haram, i terroristi islamici che da tre anni seminano morte e terrore nel nord della Nigeria, sua eminenza John Olorunfemi Onaiyekan vescovo cattolico di Abuja non ha dubbi. Né esitazioni. Per questo 71enne vescovo cattolico ospite della Curia di Milano nell'ambito del progetto "Evangelizzare le grandi metropoli oggi", voluto dall’arcivescovo Angelo Scola, il governo del presidente Goodluck Jonathan deve fare molto di più. E deve soprattutto dispiegare reparti meglio addestrati ed equipaggiati nelle zone minacciate da questa spietata formazione islamista. "I nostri soldati sono intervenuti come truppe di pace in altri paesi africani - spiega Onaiyekan in questa intervista esclusiva a Il Giornale - ed hanno svolto un ruolo fondamentale nel pacificare la Liberia e la Sierra Leone. Se non riusciamo a fare lo stesso a casa nostra significa che manca la volontà politica".

Ma chi sono i Boko Haram?

Per capirlo basta partire dal loro nome. "Boko Haram" significa che l'insegnamento occidentale, identificato anche con l'insegnamento cristiano, è "haram" cioè assolutamente proibito dalla religione e quindi combattuto con ogni mezzo. Sono un gruppo musulmano che persegue la jihad e punta ed estendere la fede islamica con la forza e la violenza.

L'intervista esclusiva a John Olorunfemi Onaiyekan

Gli orrori dei Boko Haram sono anche la conseguenza del modo in cui viene insegnato l'Islam?

Qui tocchiamo un problema molto serio. Non possiamo dimenticare l'origine del loro modo di agire. Molti musulmani oggi si formano seguendo un'idea religiosa molto intollerante. Dal loro punto di vista l'Islam è l'unica religione giusta, frutto degli insegnamenti e della predicazione di un Profeta superiore a tutti gli altri. Secondo queste convinzioni il volere di Allah deve valere per tutta l’umanità. Questo modo di pensare equivale a sostenere che qualsiasi altra religione è falsa. Infatti molti musulmani accusano noi cristiani di non essere più monoteisti, ma triteisti.

Quindi c'è un legame tra l’insegnamento islamico e la violenza dei Boko Haram o dell'Isis.

Quanto viene insegnato nelle madrasse (scuole coraniche) e nelle mosche è il vero problema. Anche se bisogna ricordare che alcuni gruppi di cristiani nutrono lo stesso atteggiamento verso l’Islam...

Però difficilmente i cristiani ricorrono alla violenza....

Questa è la differenza. Ed è una differenza fondamentale. E' molto difficile predicare l'uso di bombe e armi nel nome di un Gesù che non ha mai predicato la violenza. E' molto facile, invece, imbracciare le armi seguendo l’esempio di un profeta Maometto che ha guidato gli eserciti musulmani in battaglia

Quindi per questo si uccide nel nome di Allah?

Se si vuole farlo è molto facile giustificarlo. I Boko Haram e l’Isis fanno proprio questo. Ma seguendo gli stessi testi e accettando la pace come un principio dell’Islam si può anche scegliere la strada della convivenza pacifica.

Lei talvolta sembra negare l'esistenza di una persecuzione dei cristiani...

Non nego che ci sia una persecuzione dei cristiani. Nego che i Boko Haram uccidano solamente i cristiani. Hanno ucciso imam e musulmani. E distruggono tutte le moschee in cui si predica qualcosa che non va bene a loro.

Da tre anni i Boko Haram continuano a crescere e a diventare più aggressivi e pericolosi.

Quindi - almeno in alcune zone - godono di un crescente consenso popolare

Temo sia proprio così. D'altra parte bisogna anche chiedersi cosa fa il governo per contenerli. Il diffondersi della minaccia segnala anche che il governo non fa il proprio lavoro. In tutte le zone dove è stato dichiarato lo stato d'emergenza governo ed esercito hanno praticamente mano libera. Eppure i Boko Haram continuano a crescere e moltiplicarsi. Molto spesso i soldati nigeriani buttano il fucile e scappano sostenendo che i fucili dei Boko Haram sono più potenti dei loro. Il governo da parte sua non trova di meglio che prendersela con quei militari accusandoli di essere dei codardi. Ma basta ascoltare i reduci dal fronte per capire che le cose non sono così semplici. Spesso le nostre truppe non sono addestrate ed equipaggiate in maniera adeguata.

Quindi secondo lei per sconfiggere i Boko Haram ci vuole maggiore determinazione, anche da parte del governo

Certo. Da qualche giorno il governo ripete che in sei settimane eliminerà i Boko Haram e poi si voterà per il nuovo presidente. Ma allora se bastano sei settimane per sconfiggere i Boko Haram perché hanno atteso tanto a lungo? Perché non si sono mossi due anni fa?

Lei chiede più determinazione, ma auspica anche un'amnistia per tutti i Boko Haram che si pentono

Certo per mettere fine a questa tragedia bisognerà concedere l’amnistia a tutti coloro che si pentono e ammettono di aver sbagliato.

I cristiani d’Europa vi sono vicini? Sentite la loro solidarietà o vi sentite completamente dimenticati?

La grande maggioranza dei nigeriani, anche quelli cattolici, non si aspetta che l’aiuto o la solidarietà arrivino da fuori. Ci aspettiamo solo che il nostro governo faccia il suo dovere.

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