La rivolta dei medici di famiglia

«A rischio la scelta del dottore». Contro il blocco del contratto e il nuovo modello assistenziale

di Redazione Economia- Il Corriere della Sera

Si prospetta una primavera «calda» per i medici di famiglia che proseguono nello stato di agitazione e che si dicono pronti ad incrociare le braccia contro lo stallo della trattativa e a difesa della libertà di scelta dei camici bianchi da parte del cittadino che scomparirebbe con il nuovo accordo con il Servizio Sanitario Nazionale. Il paziente, temono i medici, potrebbe infatti trovarsi a scegliere la struttura di riferimento per l’assistenza della medicina di base e non più il nome del professionista. Il sindacato denuncia «l’atteggiamento di boicottaggio’’ della Sisac del tavolo del rinnovo della convenzione e minaccia lo sciopero. Tutte le segreterie regionali chiederanno un incontro urgente ai singoli Governatori e il 28 marzo verrà presa la decisione finale.

La proposta dell’agenzia

Per il Consiglio Nazionale della Fimmg sono molti i punti critici della proposta dell’agenzia che si occupa di contrattare il rinnovo delle convenzioni, a partire da modelli di assistenza sul territorio «già falliti nell’organizzazione della assistenza ospedaliera» che si traducono in una struttura come unica interfaccia assistenziale per il cittadino, la perdita della capillarita’ dell’assistenza, il finanziamento della struttura attraverso la depauperazione del monte retributivo professionale, senza alcun investimento regionale. Ma i medici si dicono anche preoccupati per la «cancellazione conseguente della libertà di scelta del proprio medico di fiducia». Il Consiglio Nazionale della Fimmg, invece da tempo sostiene un modello assistenziale fondato sul mantenimento della libertà di libera scelta del medici di fiducia. «Il contratto - sottolinea il segretario generale nazionale Fimmg Giacomo Milillo - è fermo dall’aprile scorso e doveva risolvere tutta una serie di problematiche tra cui la gestione dei pronto soccorso».

Il patto della Salute

E aggiunge: «Dopo 3 anni di fermo del Patto della Salute ora le Regioni rinunciano ai 2 miliardi di aumento del Fondo sanitario nazionale che potrebbero tradursi in ulteriori nuovi tagli di servizi al cittadino». Oltre a denunciare il fallimento dei modelli gestionali e l’organizzazione della assistenza ospedaliera la Fimmg propone un modello assistenziale fondato sulla rimodulazione del finanziamento orientato a dare risposte immediate ai bisogni dei cittadini, una prossimità delle cure, la salvaguardia della libertà di scelta e il potenziamento dei supporti organizzativi, diagnostici e terapeutici del territorio. «È indispensabile - continua Milillo - che questi temi vengano immediatamente affrontati su un tavolo che abbia competenza politico-programmatica». Da qui la mobilitazione dei dirigenti del sindacato per il 28 marzo e per la messa in atto delle necessarie azioni di lotta sindacale, compreso lo sciopero.

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