Nel Golfo di Guinea aumentano gli atti di pirateria
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Nel resto del mondo continua invece il declino della pirateria somala, mentre cresce quella dei gruppi criminali che operano nei mari del sud-est asiatico
di Eugenio Roscini Vitali 1 febbraio 2015, pubblicato in Sicurezza Marittima Analisidifesa
Secondo un rapporto pubblicato da Dryad Maritime, compagnia britannica che offre prodotti e servizi per la sicurezza marittima, il numero totale di azioni di pirateria registrati durante il 2014 nel Golfo di Guinea sarebbe sceso del 18%.
Il dato è in netta controtendenza con il numero di equipaggi coinvolti nel sequestro di navi, passate dalle otto imbarcazioni del 2013 alle quattordici del 2014 (+75%). In particolare il report sottolinea che nel tratto di mare compreso all’interno delle 12 miglia nautiche dalla costa si sono verificati due soli arrembaggi e che nella Zona Economica Esclusiva (EEZ) nigeriana sono avvenute 14 azioni di pirateria, nessuna delle quali portata a temine con successo.
Gran parte dell’attività di pirateria si è svolta invece al di fuori delle acque territoriali della Nigeria, dove quindi la protezione dei pattugliatori è meno incisiva. La maggior parte di questi attacchi sarebbe opera di bande criminali che puntano al rapimento dell’equipaggio e alla richiesta del riscatto alle imprese di trasporto e ai proprietari delle compagnie. Molte anche le navi dirottate, soprattutto petroliere o navi cisterna catturate al solo scopo di impadronirsi del carico.
Nel resto del mondo continua invece il declino della pirateria somala, mentre cresce quella dei gruppi criminali che operano nei mari del sud-est asiatico. Secondo le previsioni 2015 di Dryad Maritim, nel Golfo della Guinea dovrebbero invece diminuire i dirottamenti, mentre risulterebbero in crescita i rischi dovuti a sequestro di navi e rapimento degli equipaggi. (IT log defence)