Inutile nascondere il sollievo: le vacanze sono finite,
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e anche i compiti
di Annalena Benini | 07 Gennaio 2015 ore 06:30 Foglio
Ieri sera, molto tardi, i genitori si sono guardati negli occhi, qualcuno si è anche abbracciato, e quelli che stavano litigando hanno smesso: ricomincia la scuola, quel che è fatto è fatto. E’ stato bello stare tanto insieme, andare al cinema, pattinare sul ghiaccio, qualcuno ha sciato, abbiamo scartato i regali, dimenticato come sempre le pile, costruito tartarughe ninja di pongo, mangiato troppo, cantato vecchie canzoni. Però abbiamo fatto anche i compiti delle vacanze. Non subito, ma dopo qualche giorno, per non rovinare il buonumore, per rimandare lo stress, e spesso abbiamo scoperto, ad esempio, che la bambina aveva dimenticato a scuola l’unico libro necessario, quello degli esercizi di matematica, allora abbiamo scritto a una madre gentile, fingendo allegria, e umilmente le abbiamo chiesto le foto delle pagine dei compiti. Poi abbiamo capito che il figlio, la figlia, lo stesso essere umano meraviglioso che gioca a palle di neve e appende al letto pieno di speranza la calza per la Befana, non si ricorda che cosa sia la proprietà distributiva (nemmeno noi, che però abbiamo Google). Anzi forse non l’ha mai saputo, non ha ascoltato la maestra, e non sa più nemmeno quanto faccia nove per sette, mastica il tappo della penna e si agita sulla sedia. I compiti delle vacanze hanno rischiato ogni giorno di rovinare le vacanze, ma adesso quel che è fatto è fatto, si dicono i genitori all’ultima divisione con la virgola sbagliata, guardandosi di nuovo e cercando colpevoli: avrà preso da te (a ogni quaderno dimenticato), oppure da me (quando finalmente il risultato della sottrazione è giusta e il figlio urla, trionfante: tadàn).
Ci sono stati momenti, nei pomeriggi natalizi, in cui abbiamo pensato: che disastro. Ma New Republic, forse consapevole del pericoloso effetto di questi giorni di compiti condivisi fra genitori e figli, mostra un nuovo studio scientifico (a cui crediamo di slancio, non importa quanto sia davvero scientifico) che spiega che i risultati delle sottrazioni, i calcoli a mente, la proprietà invariantiva e tutti i banali test standardizzati con cui si misura l’intelligenza degli studenti sono solo un aspetto, insufficiente, del loro successo scolastico anche futuro. La cosa più importante, spiega questo studio australiano, è la personalità, fatta di cinque grandi elementi: l’apertura mentale, la curiosità, l’allegria, la socievolezza, e la coscienziosità. Insomma non è così terribile se i compiti delle vacanze sono pieni di cancellature, e se “acquazzone” viene scritto ogni volta in un modo fantasioso. Ci sono altri elementi, e molte consolazioni, e grandi speranze per il futuro. Quella tartaruga ninja di pongo, infatti, è stata costruita con grande coscienziosità. E le vacanze sono finite, inutile cercare di nascondere il sollievo.