La ditta del ponte crollato è una cooperativa rossa

La Cmc di Ravenna già nel 2013 ha avuto guai con la giustizia. Oggi nega l'evidenza: "Quel viadotto è solo rototraslato..."

Nino Materi - Mar, 06/01/2015 - 09:00 IL  Giornale

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Ormai il nostro è un Paese che non perde occasione per precipitare - anzi, «rototraslare» - nel ridicolo. Ultimo caso: la vicenda tragicomica del viadotto siciliano «Scorciavacche» crollato ( pardon , «rototraslato», precisano Anas e imprese costruttrici) dopo una decina di giorni dall'ultimazione dell'opera.

Roba da vergognarsi e stare zitti? Macché. Gli artefici della «strategica arteria» (costata 13 milioni) lungo la statale 121 che collega Palermo ad Agrigento minacciano querele contro quegli organi di stampa (praticamente tutti) che hanno parlato «impropriamente» di «crollo». Tanto «impropriamente» che la Procura di Termini Imerese ha subito aperto un'inchiesta e disposto il sequestro dell'area. Nelle prossime ore il procuratore capo Alfredo Morvillo e il suo vice Francesco Gualtieri nomineranno i periti tecnici che dovranno accertare le cause di una «rototraslazione» che - almeno agli occhi dei profani - sembra proprio un crollo.

È molto probabile che, dopo le relazioni degli esperti, i pm iscriveranno più di qualche nome sul registro degli indagati, soprattutto se - come probabile - verranno disposti «accertamenti irripetibili» sui materiali utilizzati dalle ditte e sulle modalità con cui esse hanno eseguito carotaggi e verifiche sul terreno; un terreno che potrebbe non aver retto il peso dell'opera, dando poi origine al «collasso» dell'altro giorno che fortunatamente non ha provocato vittime.

Intanto ieri è venuto fuori che la Cmc, Cooperativa Muratori&Cementisti di Ravenna, (facente parte del raggruppamento di imprese Bolognetta Scpa, «contraente generale» dei lavori sul viadotto siciliano) ha avuto già in passato non poche grane legali.

La Cmc appartiene infatti alla galassia delle «cooperative rosse» che dall'Emilia Romagna fanno spesso anche nel resto d'Italia il bello e il cattivo tempo. A volte molto «cattivo», come dimostrano le recenti vicissitudini legali relative appunto all'attività della Cooperativa Muratori&Cementisti di Ravenna.

Un curriculum giudiziario, quello della Cmc, abbastanza - diciamo così - movimentato, come si evince cliccando sul sito ufficiale del Corpo Forestale dello Stato ( www.corpoforestale.it ) che due anni fa, insieme con i colleghi della Fiamme Gialle, mise i sigilli al porto di Molfetta ipotizzando una sfilza di come associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio, reati contro la fede pubblica, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali: «A fronte dell'attività investigativa sono state tratte in arresto (ai domiciliari) due dei responsabili (un dirigente comunale) ed il procuratore speciale della Cooperativa Muratori&Cementisti (Cmc) con sede in Ravenna, nonché direttore di cantiere».

Ora i vertici della Cmc sono tutti cambiato e la cooperativa ha una fedina penale pulita, anche se quest'ultimo incidente del viadotto Scorciavacche ripropone vecchi incubi. Incubi che ora la Bolognetta Scpa (il cui raggruppamento di impresa è completato dalla Tecnis e Ccc di Bologna, oltre alla già citata Cmc di Ravenna) tenta di scacciare con la forza di un comunicato che si commenta da sé: «Il cedimento della sovrastruttura stradale è riconducibile a un cedimento del terreno di fondazione del corpo stradale con innesco di uno scivolamento verso valle di parte del rilevato, si tratta quindi di movimento di rototraslazione». E poi: «Nessuno dei fenomeni - cedimento in fondazione e scivolamento verso valle - interessa le nuove opere d'arte costituite dai viadotti Scorciavacche 1 e Scorciavacche 2. Assolutamente errata la notizia, pertanto, del crollo di viadotti, che si ribadisce, non sono interessati dai fenomeni di natura geotecnica che si sono evidenziati, invece, in una limitata tratta del rilevato stradale».

Basteranno queste spiegazioni a calmare Renzi che ieri aveva chiesto, con veemenza, la «testa dei responsabili»? Oggi che il premier ha scoperto che quelle «teste», forse, sono da cercarsi dalle parti di casa sua, ha cautamente già messo da parte la ghigliottina.

A Matteo, si sa, il sangue dei compagnucci fa impressione.

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