Lettere al Direttore Il Foglio 6.1.2015
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De Mattei sottoposto a critica gentile di orientamento papista
1-Al direttore - Ultime dalla Borsa: Milàn è ’na carta sporca (e nisciuno se ne importa).
Maurizio Crippa
2-Al direttore - “Se avessero messo Alan Turing in un sanatorio per froci – scrive l’elefantino del lunedì – oggi saremmo tutti sudditi del Terzo Reich, molto probabilmente”. Tutti? Non lo misero in un sanatorio prima, ma dopo, in un’aula di tribunale e in un ambulatorio medico: erano, a tutti gli effetti, “sudditi del Terzo Reich”. Molto volontariamente.
Franco Debenedetti
3-Al direttore - Re il petrolio lo è diventato guadagnandosi i galloni sul campo. Perché più di qualsiasi altra fonte di energia ottempera i 5 criteri che ne determinano il successo. La concentrazione (tanta energia in poco volume), la trasportabilità (usarla dove serve a prescindere da dove viene prodotta), la divisibilità (ne prendo quanta me ne serve), la programmabilità (la uso quando decido io) , il basso costo (storicamente competitivo). Gliene mancano due, più recenti. Non è rinnovabile, ma questo non conta molto visto le quantità ancora esistenti, addirittura in aumento; non è amichevole con l’ambiente e le tecnologie con cui si è accoppiato per ridurre il suo impatto fanno il loro lavoro, ma non completamente. E questo pesa. Ma di volta in volta una delle sue caratteristiche positive gli consente di conservare la corona. Ora i sauditi hanno deciso di tenerne basso il prezzo. Qualcuno dice per fare un dispetto agli Usa, qualcuno per fare un dispetto alla Russia. E se fosse invece puro e semplice marketing? Paghi due e prendi tre. E tanti saluti ai competitor.
Chicco Testa
4-Al direttore - Dice l’ex teologo della liberazione Leonardo Boff che le parole usate da Papa Francesco nel recente discorso alla curia le aveva sentite finora solo in bocca a Lutero e, molto immodestamente, in un suo libro (per il quale fu condannato al “silenzio ossequioso”, tanto era una perla di sapienza). Oibò. A parte l’accostamento di dubbio gusto tra il Pontefice e un eretico, ciò che lascia basiti è che potendo attingere ad appena venti secoli e più di teologia e predicazione cattolica, Boff non abbia saputo far di meglio che prendere ad esempio l’orgoglioso monaco tedesco, che tanto amò la chiesa da spaccarla in due. L’esatto contrario, per dire, di san Francesco – che per altro l’ex francescano Boff dovrebbe conoscere bene – che invece la chiesa la riformò amandola sul serio, cioè restandole obbediente. Chapeau al metodo Boff.
Luca Del Pozzo
La riemersione di Boff e Franzoni è imbarazzante. Per noi laici, per lo meno.
5-Al direttore - Roberto de Mattei ha scritto un appello ai cattolici (quelli credenti, si intende) affinché si oppongano alla deriva disgregatrice perseguita da Papa Francesco. Per evocare scenari drammatici ha raccontato le danze e i teatri pieni a San Pietroburgo alla vigilia della presa del potere dei bolscevichi e soprattutto la triade Kasper, Forte e Fernández. Chi legge è posto nella condizione di scegliere: vuoi passare per un cretino al quale stanno soffiando le certezze da sotto il naso oppure finalmente ti svegli e rigetti Papa Francesco e l’infernale accozzaglia che ha messo in piedi? Io ho qualche dubbio che un cattolico possa fare l’oppositore del Papa senza diventare ipso facto un cretino (oltre che lui stesso uno scismatico, ma questo è il meno). Per la verità ho qualche dubbio che sia anche consentita nella chiesa l’aggregazione per prossimità ideologica come nei partiti perché questo è stato il verme che ha intaccato la chiesa dopo il Concilio, solo che a quel tempo non erano i tradizionalisti a farlo, ma i presunti innovatori. La sensazione che ho in questo momento è che da più parti ci sia la tendenza a credere che le questioni teologiche e dogmatiche sono cose troppo serie per lasciarle ai santi e allo Spirito Santo. Abbiamo la tradizione, si segua quella. Le cose messe così frantumano la chiesa e la rendono irrilevante, molto più dei litigi fra cardinali di cui a me non frega nulla. Io penso che il Papa semplicemente conosce i suoi polli e piuttosto che avere mugugni nascosti preferisce che la gente si parli in faccia e alla fine decide lui. Per quanto riguarda il Papa, le accuse mi sembrano false e dedotte dalle dichiarazioni di persone alle quali si assegna in modo arbitrario una prossimità col Papa a dir poco acrobatica, Boff, Franzoni (questa è bella davvero, anche se non ho capito perché dovremmo condannarlo per essersi sposato all’età di 63 anni con una giapponese atea. Anzi, la sua dichiarazione di aver scoperto il sesso in quella occasione mi rassicura sulla sua fedeltà al voto di castità di quando era monaco benedettino) e mi rassicura molto che Francesco abbia detto che la garanzia dell’unità, in perfetta osservanza della tradizione, è fondata su di lui. Purtroppo o, per meglio dire, per fortuna, non abbiamo altra assicurazione se non la comunione col Papa, i discorsi e l’esempio dei santi e la certezza nella bontà della vita a dispetto dei nostri ragionamenti, spesso a geometria variabile.
Claudio Baleani