Il fattore tempo 2015. Gli anni dividono i giorni,
- Dettagli
- Categoria: Firme
i giorni si perdono dietro alle scemenze
di Giuliano Ferrara | 02 Gennaio 2015 ore 06:27
La nuova categoria politica del 2015 è la perdita di tempo. No perditempo dovrebbe essere l’avviso al quale conformarsi con rigore. Giornali, tv e la rete si sono specializzati nella dispersione energetica di questa sostanza vitale finita che abbiamo a disposizione dalla nascita. Si sa che la mafia è la mafia e i cravattari romani sono cravattari. Si sa che Salvini è un intrattenitore al quale mancano, nel suo lepenismo di riporto e nel suo kimjongunismo, l’agilità mentale e la strafottenza di un Bossi. Si sa che il prossimo presidente della Repubblica è destinato a contare come il due di picche, detto con il massimo rispetto per tutti gli autorevoli candidati attualmente in sonno. Si sa che Berlusconi investendo su Renzi ha giocato la carta più fantasiosa della sua lunga carriera. Si sa che il clima è condizionato da molti fattori galattici e che le pernacchie dei jet nel cielo o quattro ciminiere gli fanno un baffo. Si sa che una quantità di magistrati tende al carrierismo e all’intervista più che alle sentenze, possibilmente illuminate da una procedura rispettosa del diritto alla difesa. Si sa che le diseguaglianze possono far male ma non si è mai visto un ciclo di sviluppo della ricchezza sociale senza diseguaglianze. Si sa che la religione islamica ha alcune particolarità storiche e di dottrina che non hanno trovato un terreno compatibile con le democrazie moderne. Si sa che il multiculturalismo è una mitologia progressista ma non un metodo di integrazione e convivenza destinato al successo. Si sa che il mondo è diventato nella seconda metà del Novecento e in questo inizio di XXI secolo un mattatoio biologico travestito da equivoche e manipolative motivazioni libertarie e femministe. Si sa che la chiesa cattolica, alla ricerca di una riconquista della fede, sta abdicando alla sua funzione razionale di argine all’intolleranza politicamente e ideologicamente corretta spacciata per sentimentalismo, tenerezza, misericordia. Si sa che l’omosessualità è creativa ed eccitante variante della condizione umana, ma non è naturale e non è incline a stabilire solidi legami famigliari o educativi. Eccetera.
Tutte queste cose si sanno, ma passeremo probabilmente un altro anno a perdere tempo nel negarle. Il ballo in maschera del 2015 promette la pigra ripetizione dei meccanismi della conventional wisdom, e in ogni campo vitale pubblico e privato, dalla medicina preventiva alla fitness, dall’arte alla gastronomia dietetica, in particolare nel segmento decisivo della nostra vita che è il linguaggio, faremo ancora di tutto per disperdere i giorni nel relativismo nichilista delle interpretazioni prive di una radice e di un centro. Va bene, ci può stare, le cose che fanno tendenza incutono timore e reverenza. Speriamo che lascino ancora a qualcuno la piccola libertà di obiettare che non c’è tempo da perdere.