Contrordine, fate dire le bugie ai vostri figli: aiuta

a crescere.«E’ sinonimo di crescita cognitiva». E soprattutto punirli non serve a nulla

di Carola T. Saibante

Non mettete in castigo i bambini che dicono le bugie, potrebbe essere controproducente. Nuove ricerche dimostrano che non solo punire non serve a nulla: secondo un’esperta dell’Università di Lancaster, la crescita cognitiva passa anche attraverso le bugie. L’«età della bugia» è una tappa importante di quella dell’evoluzione. E non basta perchè punire i bambini per fargli smettere di mentire non è efficace: lo rivela uno studio canadese, pubblicato sul Journal of Experimental Child Psychology e condotto su bambini dai 4 agli 8 anni. Lasciati soli in una stanza (con telecamera nascosta), ai bimbi veniva chiesto di non sbirciare un giocattolo che emetteva suoni dietro un tavolo: oltre i due terzi di loro lo ha guardato; e oltre i due terzi di chi ha guardato, ha mentito (se non incoraggiato a dire la verità). La tendenza a sbirciare diminuisce crescendo; quella a dire bugie aumenta di mese in mese dai due/tre anni in poi, così come migliora la capacità di raccontarle. I ricercatori hanno anche cercato di capire la motivazione dei bambini a dire la verità. Le istruzioni verbali date loro variavano dal «bisogna dire la verità» al «se lo guardi, sei nei guai», ma erano sostanzialmente di due tipi: basate su una motivazione esterna, che fa leva sull’approvazione sociale (tipo «la maestra sarà felice se le dici verità») o basate su una motivazione interna (la verità è la cosa giusta, quindi tu sarai più felice se la dici). Lo studio ha dimostrato che, a tutte le età, la minaccia di punizione non era un deterrente efficace. Per i bambini più piccoli, la motivazione principale è quella di compiacere gli adulti, mentre crescendo aumenta l’interiorizzazione del valore. «La morale della favola è che la punizione non promuove il racconto della verità – conclude Victoria Talwar, una delle autrici – Anzi, la minaccia di punizione può avere l’effetto contrario, riducendo la probabilità che i bambini dicano la verità quando incoraggiati a farlo.

Quando i bambini mentono sono più maturi

I bambini iniziano a mentire dall’età di due anni, con rischi e vantaggi del caso. Le bugie nella crescita hanno una valenza differente rispetto all’età adulta. Non solo: quando i bambini imparano a dire bugie, ciò è significativo di un’importante tappa dell’età evolutiva. Il primo tipo di bugie che imparano sono la negazione di aver fatto qualcosa di sbagliato. Dall’età dei tre anni, apprendono anche a dire le cosiddette «bugie a fin di bene», cioè quelle da cui traggono un vantaggio le altre persone (per esempio, dire alla mamma che non ho portato a casa il disegno, per poi farle una sorpresa mostrandoglielo). Queste bugie rappresentano un’importante abilità sociale che i bambini iniziano a sviluppare, e «saperle raccontare bene è importante»: a sostenerlo con forza è Lara Warmelink, psicologa dell’Università di Lancaster, che commenta i risultati della ricerca canadese mettendo in evidenza come imparare a mentire faccia parte della normale e corretta crescita di un bambino. Secondo l’esperta, i bambini piccoli mentono mentre maturano a livello cognitivo e sociale; per mentire hanno bisogno di comprendere che le altre persone hanno credenze ed esigenze diversi dalle proprie: è quando i bimbi iniziano capire cosa sentono e pensano gli altri, che possono imparare a dire le bugie. La psicologa afferma che, se da una parte il persistere delle bugie non è buon segno di sviluppo cognitivo e sociale, e i bambini che mentono spesso sono più aggressivi e distruttivi, dall’altra parte non imparare «quando è appropriato mentire e come mentire in maniera convincente» può porre problemi ai bambini quando diventano più grandi.

28 dicembre 2014 | 19:44

© RIPRODUZIONE RISERVATA  Il Corriere della Sera 

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