Lettere al Direttore Il Foglio 18.11.2014

Tavoliere, lettre philosophique: Lui si inventa

il nemico. E la campanella?

1-Al direttore - Gradevolissimo e tutto da gustare in un sabato primaverile il pezzetto di Claudio Cerasa sul quadrilatero del Tavoliere che vedrebbe me, Fitto, D’Alema e addirittura il magistrato Garofoli stretti stretti in un complotto, spesso inconsapevole, per disarcionare il Caro Leader (da adesso CL). Il Tavoliere è terra dura, piena di contrasti. L’Alto Tavoliere è fatto di terrazzamenti, mentre il Basso Tavoliere è costituito da zone piatte piatte. Fatto sta che il Tavoliere è la seconda pianura italiana dopo quella Padana, ben più celebre e meritevole di riconoscimenti antropologici ad hoc, come voleva o vorrebbe qualcuno.

E’ sempre così. A proposito di Padania o cose simili, quando studiavo e lavoravo a Milano leggevo con sincero interesse gli articoli di Gianfranco Miglio, ricordate? Considerato l’ideologo della Lega. Miglio rilesse la tesi di Carl Schmitt, in base alla quale tutte le sintesi politiche si formano mediante un processo di esclusione di una porzione di umanità contro la quale si fa effettiva o potenziale la guerra.

Cioè: se vuoi vincere, inventati un nemico. E’ questa l’arte della politica. Lo fecero i Greci, poi i Romani, e ancora le Crociate che il nemico andarono addirittura a cercarselo. Scriveva il professor Miglio: “Soltanto saltuariamente il nemico esiste realmente, tanto che quando non esiste lo si va a cercare. Il nemico è in gran parte inventato, costruito. Queste contrapposizioni infatti sono indispensabili per fare politica e di conseguenza vivono indipendentemente da una loro radice reale”. Sul nemico inventato hanno poi scritto altri pensatori. Ci sono stati anche dei film. E’ la storia che si ripete. Stavolta passando anche dal Tavoliere. Il problema, quindi, non è quello che scrive Cerasa, anzi. Il guaio è che chi glielo dice ci crede davvero. Non sarà per caso che a crederci sia proprio CL?

Ps. La prossima volta prima di raccontare al bravissimo Cerasa una sciocchezza come questa, chiunque sia stato eviti di raccontarla almeno anche ad altri…

Francesco Boccia

Brillante replica a un pezzo politico. Esprime la porzione di umanità che con CL non si passa neanche la campanella. Cerasa è ispirato da sé stesso e dalle fonti: succede perfino in un giornale come questo, che odia le “notizie”.

2-Al direttore - Su Ucraina e dintorni Gorbaciov è parso ancora più putiniano di Putin: entrambi hanno nostalgia di quando c’era l’Urss e di quando vigeva il patto Molotov-Ribbentrop. Sembrerebbe però che entrambi abbiano dimenticato come nel 1989 a far finire l’Urss fu la pubblicazione integrale, a cura del medesimo Gorbaciov, dei protocolli di annessione delle repubbliche baltiche prevista in quel patto spartitorio, sopravvissuto alla Germania nazista e continuato nella Russia del comunismo. L’odierna crisi dell’Ucraina dovrebbe dissuadere Putin e Gorbaciov da nostalgie di questo genere. Altrimenti è inevitabile che il nuovo segretario generale della Nato si esprima con la fermezza di cui dava prova ieri Jens Stoltenberg intervistato dal Corriere.

Luigi Compagna

3-Al direttore - A proposito del frocialismo e di Nicolino Tosoni da Cavazzo Carnico. Personaggi così non dovrebbero mai pensare al suicidio. Dovrebbero entrare in dissolvenza e svaporare in una nuvoletta rosea davanti la loro platea. Silenzio, e poi un’ovazione.

Efisio Loi

4-Al direttore - Maltempo, catastrofi e investimenti. Il nostro difetto di italiani è quello di non copiare i sistemi collaudati. Nel caso specifico l’utilizzo delle assicurazioni. In questo caso pertanto la Consap si poteva “svegliare” anche prima e suggerirlo ai governi. Anche se non è in tema, visto che con il maltempo ci sono di mezzo, purtroppo, vite umane, la regola dei sistemi collaudati dovrebbe valere anche per i sistemi elettorali e anche per le riforme della Costituzione. Dove le cose funzionano si può copiare: le vicende all’italiana sono perdite di tempo rilevanti.

Giovanni Attinà

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