Lettere al Direttore Il Foglio 15.11.2014

Palermo, la trattativa stato-pm sul criterio per il posto

di capo della procura

1-Al direttore - Dice Morgan che lui “non c’entra con la deriva di questa trasmissione”. Ma che faceva, pure Ballarò?

Maurizio Crippa

2-Al direttore - I negoziati, lei dice, si fanno con interlocutori affidabili. E’ certamente preferibile. Ma in una situazione di crisi della fiducia reciproca (che è il maggior presupposto di uno scontro militare) insistere sull’inaffidabilità della Russia da parte occidentale e su quella occidentale da parte russa vuol dire spingersi sull’orlo del precipizio a occhi chiusi. Mi sembra alquanto pericolosa l’incapacità europea di mettersi nei panni altrui e di capire quanto inaffidabile appare la Nato con le sue bugie (l’Iraq, l’espansione all’est eccetera) le sue basi militari ovunque nel mondo, i suoi bombardamenti e le invasioni a destra e a manca. Quale altra forza militare ha ucciso, ferito e mutilato più dell’Alleanza atlantica, chi ha distrutto di più, chi ha generato più caos? Lei è veramente sicuro che la Nato è uno scudo? Lo scudo che aggredisce e uccide?

Felix Stanevskiy

Pur essendo ella a Mosca, io a Roma, caro ambasciatore, siamo agli antipodi.

3-Al direttore - Ma Pippo Civati resta o non resta nel Pd? Il dubbio mi tormenta, e anche la signora Merkel è preoccupata.

Michele Magno

Faccio giornali, ma diffido delle creature mediatiche. Dico in astratto, perché in concreto Pippo C. indossa troppo bene gli abiti di buon taglio. E’ un leader “carino”.

4-Al direttore - Su Repubblica di giovedì 13 novembre, nel servizio di Salvo Palazzolo, fra tante cose, leggo che il Procuratore aggiunto della procura di  Palermo, Vittorio Teresi, “auspica al più presto la nomina del Procuratore Capo e invita il Csm a scegliere un candidato che condivida fini e strumenti del processo trattativa”. Insomma, il Csm dovrebbe interrogare i candidati a capo della procura di Palermo ponendo questa domanda: “Condividi i fini e gli strumenti del processo trattativa”?

Se il candidato dice sì è abilitato. Se invece dovesse dire: saranno i giudici della Corte dove si svolge il processo trattativa a decidere, sarebbe bocciato. Che dire?

Emanuele Macaluso

5-Al direttore - Il Foglio, proseguendo nella funzione anche di battistrada, quasi unico nel panorama della stampa italiana, delle novità culturali e politiche, ha fornito, nelle scorse settimane, un quadro interessante dei movimenti in atto in alcuni strati della società tedesca aspiranti al passaggio a un euro a due velocità, con il distacco della Germania. Nei giorni scorsi, Stefano Fassina ha scritto, sempre sul Foglio, un articolo di dissenso sulle linee di politica economica europea. L’articolo ha anche prospettato, nell’ipotesi del non accoglimento di nessuna delle richieste che segnerebbero il deciso allontanamento dall’austerità talebana dell’Unione – alcune delle quali avanzate dallo stesso premier Renzi – anche l’ipotesi, extrema ratio, del superamento “cooperativo” dell’euro. Ora, si può essere d’accordo o in disaccordo; si può intendere l’idea come una variante della moneta unica a geometria variabile o altro. Non è detto, tuttavia, che essa intenda postulare il ritorno alla lira. Ma perché non si è prima discusso sulle altre esigenze più che fondatamente prospettate da Fassina, quale, innanzitutto, l’istituzione della “golden rule” per gli investimenti e, in generale, sulle linee per superare una cieca austerità tuttora non rimossa a livello comunitario? Alcuni giornaloni, registrando il dibattito, meritoriamente promosso dal Foglio, si sono concentrati soltanto su questa presunta arma finale del superamento, dandone una unilaterale interpretazione, mostrando grande stupore e affermando che una certa sinistra si confondeva con la destra. Ma ci si è guardati bene dallo scendere nel merito delle numerose critiche e proposte. L’analisi non è né di destra né di sinistra. E, allora, si torna al suo giornale che rimane tra i pochissimi che danno corretta ospitalità a tesi che magari ella non condivide, ma che evidentemente giudica doveroso far conoscere. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

I suoi complimenti oggi li merita la Welt di Amburgo. Grazie.

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