“Alta Crudeltà”, lato amaro della mozzarella di bufala.

 Lav: in un video la sofferenza degli animali

1)Diffuso un filmato, realizzato da Four Paws International, dove viene mostrata la situazione riscontrata in alcune strutture campane in un’investigazione durata due anni

“Alta Crudeltà”, reportage choc negli allevamenti di bufale

FULVIO CERUTTI (AGB) LA ZAMPA 05/09/2014

Ha un colore molto meno candido del bianco ciò che sta dietro alla produzione della mozzarella di bufala: vitelli caricati a calci nella pala di un trattore, colpiti con pesanti mazze, annegati nei liquami, lasciati morire di fame e sete nel fango, a pochi metri delle loro stesse madri. È l’inferno dell’«Alta Crudeltà» che emerge da un video diffuso in Italia dalla Lav (Lega Anti Vivisezione) e realizzato dall’associazione Four Paws International in oltre 50 allevamenti di bufale del casertano e del salernitano. Un’investigazione durata circa due anni che si è conclusa da poche settimane (agosto 2014), portando alla luce la terribile fine dei bufalini, considerati un “sottoprodotto indesiderato” della produzione di mozzarella di bufala.

«Si stima che ogni anno vengano uccisi senza necessità circa 70mila vitelli maschi, la cui carne è ritenuta di scarso interesse economico - si legge nella nota diffusa dalla Lav -. Solo una minima parte dei vitelli maschi, infatti, viene lasciata vivere, a scopo riproduttivo o per essere destinata al consumo di carne, insignificante in Italia».

Il filmato mette in luce non solo le violenze sui piccoli, ma anche quelle perpetrate sugli esemplari adulti a partire dalle scarse condizioni igieniche in cui versano e alcuni casi in cui gli animali mostrano ferite e problemi deambulatori mai curati. Quando alcuni animali muoiono, i superstiti sono spesso costretti a sopportare la loro vista ed il loro odore per giorni e «può trascorrere anche una settimana prima che i corpi morti vengano raccolti e portati via». 

«Le bufale hanno bisogni specifici - commenta la Lav - che nella maggior parte dei casi non vengono rispettati, come il mantenimento di un’adeguata umidità della pelle. Le bufale, infatti, hanno una pelle spessa e una sudorazione ridotta rispetto alle mucche, per questo motivo, hanno assoluta necessità di fare bagni nell’acqua per non incorrere in gravi difficoltà di termoregolazione, con seri rischi per la loro sopravvivenza. I bufali avrebbero bisogno di bagni di fango in pozze esterne o di sistemi interni a spruzzo d’acqua, eppure, la gran parte degli allevamenti visitati non ne dispone».

Diffondendo il filmato, l’associazione animalista lancia un appello diretto ai Ministri della Salute e delle Politiche Agricole perché venga effettuato «un piano straordinario di controlli negli allevamenti e nei caseifici che utilizzano bufale, al fine di perseguire con la massima severità gli illeciti documentati dall’investigazione, ma anche per far emergere tutta la verità circa l’alta crudeltà di un sistema d’allevamento che “usa e getta” i bufali e che ha trasformato le bufale in macchine da latte».

twitter@fulviocerutti 

2) Una mozzarella su quattro viene dall'estero

Italia Oggi 5.9.2014

Una mozzarella su quattro in vendita in Italia non è ottenuta direttamente dal latte, ma da  semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall'estero senza alcuna indicazione in etichetta. E' quanto afferma la Coldiretti nell'esprimere apprezzamento per l'operazione dei Nas che hanno

sequestrato nel bresciano 350 tonnellate di cagliata congelata destinate alla produzione di formaggi a pasta filata, come le mozzarelle, provenienti da stabilimenti tedeschi e lituani. "Sono questi i comportamenti", sottolinea Coldiretti in una nota, "che provocano una distorsione del mercato, deprimono i prezzi pagati ai allevatori italiani e causano la chiusura degli allevamenti. Di fronte a questa escalation di truffe e inganni per salvare il made in Italy non c'è piú tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l'indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell'informazione e la salute dei consumatori", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, "occorre tutelare l'immagine del Made in Italy in Italia e nel mondo per raggiungere l'auspicabile e realizzabile obiettivo fissato dal governo guidato dal premier Matteo Renzi di 50 miliardi del valore dell'export agroalimentare nei prossimi mille giorni, indicato con passodopopasso".

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