Pd e Forza Italia avanti da soli sulla giustizia

I grillini si chiamano già fuori

di Redazione | 21 Agosto 2014 ore 13:28

Sulla riforma della giustizia si riaccende lo scontro politico-verbale tra M5s e governo. La disputa non verte però attorno alle proposte riformatrici del ministro Andrea Orlando, ma sui rapporti tra chi queste linee guida vorrebbe portarle a compimento, ovvero Pd e Forza Italia. "E' evidente a tutti che, dopo il patto del Nazareno, la lotta alla criminalità e, più in generale, la giustizia penale, siano scivolate all'ultimo posto delle priorità del governo", per questo i grillini dicono no all'incontro con il ministro e attaccano Matteo Renzi sottolineando il "senso di ribrezzo nel constatare che un presidente del Consiglio possa ancora scendere a patti con Berlusconi sulla giustizia".

Un altro rifiuto di dialogo con il governo sulle riforme, giustificato ancora con il dialogo di questo con il partito del Cav. "E i grillini rifiutano il confronto sulla riforma della Giustizia... Coi terroristi bisogna interloquire ma guai farlo con il governo…", la risposta ironica del presidente del Partito Democratico Matteo Orfini su Twitter. Opinione personale che diventa quasi linea politica con il retweet di Matteo Renzi. Sulla riforma della giustizia "non si tratta di fare accordi più o meno segreti con nessuno" ribadisce il ministro Andrea Orlando, replicando alle accuse dei pentastellati.

 Querelle a parte, in mattinata il ministro della Giustizia Andrea Orlando, intervistato dal Sole 24 Ore, aveva sottolineato come un'accelerazione sulla riforma sia necessaria anche per permettere la ripartenza economica del paese: "Oggi la giustizia – meglio, la sua assenza – è una tara non più sopportabile dal Paese, un sistema costoso e non produttivo di risultati diventato insostenibile. Che dà problemi di competitività e di affidabilità internazionale e di gestione delle controversie tra privati", che "offre alla criminalità organizzata, parliamo di diritto civile, la possibilità di offrire una 'giustizia' sostitutiva, una sorta di 'ordine alternativo'. Quindi - continua - più ancora che di una scelta politica, parlerei di una necessità irrinunciabile. Per anni sono state seguite priorità distorte, oggi diciamo che il civile, appunto, è il luogo dove è avvenuto il collasso, nel sostanziale disinteresse della politica e dei media".

 Intanto la bozza della riforma, da presentare nel Consiglio dei ministri convocato per il 29 agosto, sta per essere conclusa. I rappresentanti di Partito Democratico e Forza Italia si sta dialogando per raggiungere un accordo di massima sulla responsabilità civile dei magistrati, grazie al quale questi saranno chiamati a rispondere dei danni causati dalla "malagiustizia" ai cittadini. Rimangono invece tutte le distanze sulla reintroduzione del reato di falso in bilancio, così come sulle intercettazioni. politici.

© FOGLIO QUOTIDIANO

 

 

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