SULLA CRISI UCRAINA LA CANCELLIERA TEDESCA
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CONTINUA A MUOVERSI SENZA GLI ALLEATI UE –
SABATO VOLERÀ A KIEV PER INCONTRARE POROSHENKO
Domenica, Berlino ha ospitato un vertice con russi, ucraini e francesi. Sabato, in programma la missione a Kiev. La convinzione della Germania è che il confronto diretto fra truppe russe e ucraine “è questione di una o due settimane”. Le mosse di Putin e l’esclusione dell’Italia dalla partita, nonostante sia presidente di turno…
Tonia Mastrobuoni per “La Stampa”
Prima di Ferragosto, l’idea era addirittura quella di un incontro a tre con Putin e Poroshenko per scongiurare la deriva in atto sulla frontiera orientale ucraina. Poi, preso atto della scarsa disponibilità del Presidente russo a sedersi a un tavolo con l’omologo ucraino, ma soprattutto temendo una «Berlino 2», dunque che dal vertice scaturisse una dichiarazione destinata a rimanere sulla carta come quella «di pace» della riunione dei ministri degli Esteri del 2 luglio scorso, Angela Merkel ha cambiato strategia.
Ha abbandonato, per ora, il formato esclusivo Berlino-Mosca-Kiev.?Consapevole che la situazione in Ucraina è ormai sul filo del rasoio e che senza una decisa accelerazione sul fronte diplomatico, il rischio di confronto militare diretto tra Mosca e Kiev è «questione di una o due settimane», come riporta una fonte autorevole, la cancelliera ha fortemente voluto il vertice a Villa Borsig di domenica scorsa.
Ha concordato con Frank-Walter Steinmeier un summit a quattro per riportare attorno a un tavolo almeno i capi delle diplomazie di Kiev e Mosca, Klimkin e Lavrov. Poi, per non dare troppo l’impressione di un one man show europeo con le parti in causa, Berlino ha anche invitato il responsabile francese degli Esteri Laurent Fabius.
Dalla riunione non sono emerse novità, a parte la soluzione del problema dei convogli umanitari bloccati dai russi, tuttavia Steinmeier, Fabius, Lavrov e Klimkin hanno stabilito che per ora non ci saranno nuovi incontri, ma contatti telefonici a quattro per cercare di tenere in piedi il filo del dialogo faticosamente riallacciato a Berlino. ?A pesare sui colloqui di domenica scorsa – un fatto che ha irritato enormemente i tedeschi – l’incauta richiesta agli europei di forniture di armi, formulata da Klimkin ai microfoni di una radio tedesca alla vigilia dell’incontro. Non il modo migliore per propiziare l’incontro con l’omologo russo.?
La cancelliera, intanto, dopo l’ulteriore inasprimento delle tensioni in Ucraina, ha deciso di modificare ancora una volta i suoi piani: volerà sabato a Kiev, dove incontrerà Poroshenko. Un modo per segnalare ai russi che la Germania e la Ue restano al fianco degli ucraini. Per non creare troppa irritazione a Mosca, Merkel potrebbe incontrare alcuni sindaci, anche filorussi. Ma nel frattempo Putin ha fatto sapere ieri che incontrerà Poroshenko da solo. E non a Berlino: a Minsk. Non alla presenza della cancelliera, ma a quella dei vertici della Ue.
Anche se ne ha tutta l’aria, fonti diplomatiche negano fermissimamente che si tratti di uno schiaffo ai tentativi della cancelliera di intestarsi la leadership del dossier ucraino.?L’offensiva a Est della Germania, comunque, non si ferma. La prossima settimana è previsto un importante vertice sui Balcani a Berlino con i capi di Stato di Croazia, Slovenia, Bosnia, Serbia, Macedonia, Kosovo e Albania. Accanto a sé, tra i Paesi non balcanici, Merkel ha voluto soltanto l’omologo austriaco Feyman. L’Italia? Ancora una volta, come sul quartetto di crisi ucraino, non pervenuta.