Lettere al Direttore Il Foglio 20.8.2014
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Armiamoli e che partano, ma dov’è il vecchio,
caro Ocalan?
1-Al direttore - Pinotti ha pronti i kalashnikov per i curdi; Erdogan è quel che è; il Papa contrario non è. Ma non sarò tranquillo finché non vedrò una seria campagna di riabilitazione del caro, vecchio Zio Ocalan.
Maurizio Crippa
2-Al direttore - Anche quest’anno la benemerita tradizione radicale dell’agosto nelle carceri consente di affrontare problemi veri e seri. Ad esempio, quello del diritto alla salute dei detenuti: un diritto che rischia di scomparire soffocato da troppe insensibilità, ritardi, palleggiamenti di responsabilità fra sistema carcerario e sistemi regional-sanitari. Visite, operazioni, terapie appropriate vengono ormai sempre più spesso rinviate. Né si capisce più da chi, come, dove debbano venir decise (o più spesso sospese). I Radicali in questa legislatura non siedono in Parlamento. Ma a maggior ragione ai ministri della Giustizia e della Sanità tocca emanare un atto di indirizzo e coordinamento chiarificatore di una materia che si è andata tremendamente aggrovigliando. (Tanto meglio se la giustizia riuscisse a prescindere dalla opinione dei magistrati e la sanità non desse voce agli egoismi regionali).
Luigi Compagna
3-Al direttore - A giudicare questo governo dai millimetri di pioggia caduti questa estate, non le sembra che definirlo ladro sia un complimento? Riassumo: pil giù, disoccupazione su, debito pubblico record, recessione pure, dopo il disastroso superMario Monti ora ci bacchetta pure l’altro superDraghi, non ci resta che attaccarci al tram con superMario Balotelli, uno che di danni ne ha fatti abbastanza ma sempre meno dei nostri economisti.
Enzo Bernasconi
4-Al direttore - Mi stupisco (e mi complimento) con lei e alcuni suoi articolisti per l’impavidità con cui affrontate la recente persecuzione dei cristiani in oriente islamista o tardo-comunista che sia. Soprattutto mi impressiona notare come quasi solo il suo giornale di tale situazione non solo fa cronaca, ma soprattutto ne spiega le cause. E delle cause della persecuzione islamista trovo verosimile saggio nell’articolo di Panella di sabato 9 scorso e un suo editoriale recente. Anche a me in questi giorni viene in mente Ratisbona e tutto ciò che ne è conseguito. Il vecchio Papa, che ora se ne sta ritirato, non solo può vedere che aveva ragione a dire ciò che disse ampiamente in quella “lectio” e in quelle successive di Parigi e di Berlino, bensì vedere che forse non era poi così coscienzioso assecondare tanto la china che la chiesa sembra aver ora irrimediabilmente intrapreso. Oppure tutto ciò è necessario al cielo perché non solo la curia, ma la chiesa intera, cominciando dai suoi capi, in sanguine marthirum si rinnovi.
don Emanuele Borroni
5-Al direttore - Adriano Sofri, dal Kurdistan, preferisce non rispondere a Carlo Panella semplicemente perché il suo articolo, come lo stesso Sofri ammette, lo “ha raso al suolo”. Punto. Il “durissimo conflitto fra alcuni musulmani, e altri musulmani e ulteriori musulmani ancora” che ora assorbe il suo interesse, che c’entra? Evviva i dibattiti in Kurdistan!
Bruno di Geronimo
Sofri dice: si battono gli uni contro gli altri, sono diversi, alcuni nostri alleati. E’ vero, c’è la famosa fitna islamica (Col termine fitna (in arabo: فتنة, lett. "prova", "tribolazione", ma anche "dissenso, litigio" e perfino "guerra civile n.d.r.), si indica il primo violento e drammatico scontro civile - teologico ma anche politico - che si sviluppò nel corso del primo Islam, all'epoca dei cosiddetti "Califfi ortodossi" (rāshidūn ). Ma il jihad è più saporito e ci riguarda, no?
6-Al direttore - In una lettera al suo giornale, Giuliano Cazzola afferma che non sia il rigore, bensì la maggior spesa, ad aver rallentato l’economia tedesca e cita la legge sull’aumento del salario minimo a 8,5 euro l’ora come concausa. Mi chiedo dove il dott. Cazzola abbia trovato i dati che certificano che questo provvedimento abbia causato le perdite di “parecchi posti di lavoro” e un “incremento della spesa per l’indennità di disoccupazione”, visto che la legge in questione entrerà in vigore – in regime transitorio di due anni – il 1° gennaio 2015. Cordiali saluti.
Alvise Fasolo
7-Al direttore - Il problema non è la sforbiciata alle pensioni ma quello di incidere profondamente in fatto di privilegi e sprechi. Cosa che il governo Renzi non ha fatto. Se parliamo di privilegi previdenziali, quelli veri, sono rimasti come prima, vedi magistratura, Banca d’Italia, alta dirigenza dello stato etc. Quanto agli sprechi le analisi dei giornaloni ci annunciavano miliardi e miliardi, salvo lasciare tutto come prima. E quando parlo di sprechi non mi riferisco alla “macelleria sociale”, sempre nella mente dei nostri super pagati burocrati super pagati politici.
Giovanni Attinà