Il popolo va interpellato ma non deve sapere

Il professor Riccardo Puglisi,

che (nell'ambito della) ha fatto parte del gruppo di lavoro incaricato di analizzare i costi della politica, ha fatto bene a lanciare l'allarme sulle colonne del Corriere della Sera: il documento del suo gruppo e quelli degli altri 24 gruppi di lavoro che erano stati, molto opportunamente, commissionati dal commissario Carlo Cottarelli, sono stati consegnati agli inizi di marzo. Ma oggi, quattro mesi dopo, nessuno, di questi fascicoli, sa più nulla. Sono finiti in un cassetto di cui si è persa la collocazione e la chiave? Si sono infilati in un fiume di carte che è diventato improvvisamente carsico? Sono stati deliberatamente nascosti affinché «il contadino non sappia quanto è buono il formaggio con le pere?».

Chi ha deciso il seppellimento delle ricerche ritiene, obbedendo ad abitudini autoritarie che vengono da lontano, che ai cittadini curiosi (o, anche molto più meritoriamente, interessati) sui vizi e le virtù della spesa pubblica, si può dire, come fa la polizia stradale in occasione di un incidente: «Circolare, non c'è nulla da vedere».

I documenti di cui stiamo parlando sono stati redatti da specialisti accreditati. Quindi sono documenti seri. Essi, inoltre, sono stati consegnati, da chi li ha redatti, in formato elettronico e quindi possono essere messi in rete, per consentirne la libera consultazione, senza costi aggiuntivi e con un semplice clic.

So già che cosa si dirà per giustificare l'inaccettabile censura: sono dei documenti interlocutori, che debbono essere analizzati, confrontati, completati, discussi, levigati, resi compatibili. Ok, sono d'accordo. Ma perché questo lavoro deve avvenire lontano dagli occhi dei cittadini che potrebbero essere interessati a consultarli? Si vuol loro nascondere la verità dei fatti?

Questo nascondimento avviene, paradossalmente, mentre tutti i ministri interpellano, via web, i cittadini su quali sono i provvedimenti che vorrebbero prendere. Pura demagogia. La valanga dei suggerimenti (come già capitò con il governo Monti) finirà regolarmente nella spazzatura. Ben diverso sarebbe dire ai cittadini (ma anche alle associazioni, ai partiti, ai movimenti): «Questa è la ricognizione che abbiamo fatto sulla spesa pubblica. Sono stati evidenziati molti sprechi. Dove ritenete che si debba agire e con che priorità?

Italia Oggi di Pierluigi Magnaschi   17.7.2014 , 

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