Hamas non tollera i compromessi. Si scopre

in modo evidentissimo, in Medio Oriente, un gioco

politico-militare che peraltro era già molto chiaro. Hamas, che governa la Striscia di Gaza (che si trova a Sud di Israele e che confina anche con l'Egitto), ieri sembrava aver accettato la mediazione egiziana del cessate il fuoco. Senonché, dopo sei ore di sospensione nel lancio dei suoi missili su Israele, Hamas ha ricominciato a spararli.

Il compromesso era basato su questa duplice e contemporanea intesa: da una parte, Hamas si impegnava a sospendere il lancio dei suoi missili su Israele. E, dall'altra, Israele sospendeva immediatamente i suoi bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Non era la pace, certo, ma almeno era una sospensione dei combattimenti che consentiva, quanto meno, di evitare il suo contorno di vittime e di rilevanti danni materiali che finiscono per colpire quasi solo le due popolazioni coinvolte in questi combattimenti. Inoltre, vista la disparità della tecnologia militare, questi danni sono prevalentemente a danno della popolazione palestinese.

Come mai allora Hamas ha detto di no alla mediazione egiziana e, riprendendo il lancio dei missili, si è esposto alla pesante risposta israeliana? I motivi sono ideologici, strategici e propagandistici. Hamas infatti teme, rinunciando al lancio dei suoi missili, di apparire sconfitto da Israele. Indubbiamente, sul piano dell'immagine, non ha torto. Questo conflitto è iniziato perché Hamas ha cominciato a sparare missili su Israele. Il governo di Gerusalemme ha allora risposto utilizzando la sua aviazione. Se adesso Hamas cessa di lanciare i suoi missili, vuol dire che ha accettato questa ipotesi solo perché è stato fiaccato/sconfitto dalla reazione bellica israeliana.

Ecco perché Hamas (che, come tutti i movimenti fondamentalisti, è favorevole al «tanto, peggio, tanto meglio») ha ripreso a lanciare i suoi razzi su Israele, ricominciando così a subire le pesanti risposte di Gerusalemme. Anche se è triste constatarlo, per un movimento che si propone di annientare Israele «cancellandolo dalla faccia della terra», l'obiettivo non è tanto la sicurezza della sua popolazione quanto l'annientamento del nemico . Che, tra l'altro, è un obiettivo che Hamas non riesce a conseguire. Perciò, in attesa di annientare Israele, La Striscia di Gaza si annienta da sola.

Italia Oggi, di Pierluigi Magnaschi  16.7.2014

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