Feltri: "Vi dico io perché serve l'immunità

anche per i 'nuovi' senatori"

24 giugno 2014

E' lecito o no che i futuri senatori, quelli che secondo la riforma di Renzi, godano dell'immunità allo stesso modo dei colleghi deputati? Secondo Vittorio Feltri assolutamente sì. Nel suo editoriale di oggi il fondatore di Libero spiega che fin quando "la magistratura avrà facoltà di dare addosso ai parlamentari senza che costoro siano in condizione di difendersi da attacchi politici finalizzati a danneggiare questo o quello schieramento partitico" non si possono lasciare in balia dei pm perché, spiega Feltri, "sino a quando i Pm non dipenderanno dal governo, come accade in parecchi Paesi, si muoveranno sempre a loro discrezione, e i rappresentanti del popolo saranno in balia dei giudici". "Se si consegna nelle mani dell'apparato giudiziario la possibilità d'incarcerare i parlamentari in base a valutazioni non tecniche", ragiona il vicedirettore del Giornale, "non c'è salvezza". "Un membro del Senato (seppure scelto indirettamente dalla gente)", tuona Feltri, "non deve essere toccato mentre svolge il suo mandato. Lo sarà, viceversa, nel momento in cui avrà cessato di ricoprire l'incarico affidatogli".

La Costituzione - Del resto, scrive Feltri, "la Costituzione acquisì il principio dell'immunità per una ragione molto semplice: per equilibrare il potere dei Pm indipendenti e in grado di vanificare la volontà dei cittadini; in altre parole, per impedire alle toghe di procedere contro qualcuno per questioni politiche e non tecniche". Quindi, conclude il fondatore di Libero, "per favore, basta romperci l'anima con questa faccenda: se desideriamo cancellare l'immunità parlamentare, cancelliamo anche lo strapotere dei Pm, i quali se adesso puntano a delegittimare un onorevole o un senatore ci mettono due minuti: lo incriminano e lo costringono a togliersi dall'agone politico prima ancora di essere condannato. Ciò non è consentito in alcun Paese del mondo. Se proprio si desidera arrivare fino in fondo, si abolisca il Senato e non il diritto dei senatori a lavorare in serenità".

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