Una brutta elezione che però muove le carte

L'elezione di domani è una brutta elezione perché non ha

dibattuto l'oggetto per la quale essa è stata indetta, che è il Parlamento europeo. È come se il tema principale della campagna elettorale per l'elezione dell'amministrazione comunale di Reggio Calabria fosse stato la politica delle aree urbane di Milano. Si vota per mandare i rappresentanti italiani nel Parlamento europeo ma nessuno ha spiegato che cosa ci andrà a fare se sarà eletto. Questa elezione europea, infatti, ha assunto i connotati di una elezione politica vera e propria.

Non essendo per il momento possibile quest'ultima (che pure sarebbe molto utile per poter far chiarezza) per il solo motivo che essa non si può tenere (bisognerebbe interrompere molto anticipatamente la legislatura) si piega, a fini della politica interna, un appuntamento elettorale che invece dovrebbe interessarsi solo alla politica comunitaria. Quindi, di fatto, siamo ai supplementari della precedente campagna elettorale. E, nello stesso tempo, l'elezione di domenica prossima è anche una sorta di assaggio di quella che potrebbe succedere fra non molto tempo, nel caso in cui, il presidente Napolitano, stanco dell'andazzo, volesse dichiarare interrotta la frigida legislatura esistente.

Un ruolo importante, tuttavia, queste elezioni lo svolgono ugualmente, dato che modificano, per esempio, la composizione del gruppo dei partiti politici di testa, quelli candidati alla volata finale. Da questo gruppo si stacca, irrimediabilmente e definitivamente, Forza Italia, in un processo che conferma il declino di un Berlusconi che ha perso la presa sul suo elettorato e che non è più in grado, com'è sempre stato capace di fare in passato, di recuperare all'ultimo momento situazioni gravemente compromesse. Un tempo, prometteva l'abolizione dell'Ici, adesso invece non ha trovato nulla di meglio che impegnarsi a regalare le dentiere per i vecchi sdentati.

Fra i due finalisti (Pd e M5s) il distacco tende sempre più a ridursi anche se esso potrà essere accertato solo a urne aperte perché tutti i sondaggisti dicono che è ancora molto ampia l'area degli indecisi che, se voteranno, indicheranno d'impulso, all'ultimo momento, per chi votare. Altro fatto sin d'ora indubitabile: il centro si è coriandolizzato, anche se si salverà.

di Pierluigi Magnaschi   Italia Oggi, 24.5.2014

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