ANDREA'S VERSION. 7 maggio 2014
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Lascerei la parola, per oggi, a quanto scritto da Marco
Bascetta sul Manifesto del 3 maggio scorso: “Il linguaggio è dei più triviali, l’immagine, che raffigura fianco a fianco due pupazzi, l’uno con il volto di Berlusconi l’altro con quello di un maiale, rasenta l’oscenità. Si parla di ‘luridi tornaconti’, di ‘delinquente patentato’ di ‘lordatore della scena pubblica’. Non si tratta del volantino compilato da una combriccola di avvinazzati, ma di un appello che conta tra i primi firmatari un gruppo di intellettuali ‘democratici’ discretamente conosciuti. E che reclama la galera senza se e senza ma per l’ex cavaliere. Perché mai coloro che nutrono una cieca fede nell’infallibilità della magistratura intendono sostituirglisi o condizionarne le decisioni, facendosi portavoce di un ‘intero popolo insultato’? Chiamare a raccolta i cittadini intorno al sinistro entusiasmo per la punizione del reprobo? Il fatto è che l’antiberlusconismo (non il legittimo conflitto con le politiche liberiste del suo governo) ha coinciso con una delle espressioni più miserevoli della storia politica italiana. Ci ha recato la squisita prosa di Marco Travaglio, l’arte melodrammatica di Michele Santoro, tanti palloncini viola e naturalmente le mobilitazioni di massa trascinate da MicroMega”.
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di Andrea Marcenaro